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Indagati cinque manager Atac

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Il bilancio è di quindici indagati. Nelle due municipalizzate romane, Atac e Ama, sono finiti nel registro degli indagati gran parte dei vertici delle aziende. Gli ultimi sono stati quelli della società del trasporto pubblico, che da ieri si trovano sul «modello 21» con l'accusa di abuso d'ufficio. La bufera giudiziaria, alla fine, ha travolto anche l'Atac a causa di una serie di assunzioni definite «facili». Le contrattualizzazioni, secondo il procuratore Alberto Caperna e il sostituto procuratore Francesco Dall'Olio, sono state effettuare in «mancanza dei requisiti» e in violazione delle norme che regolano le assunzioni nelle aziende pubbliche. Nel guai sono finiti l'ex amministratore delegato Adalberto Bertucci, Luca Masciola, ex capo del personale di Trambus e attuale dirigente Atac, Riccardo Di Luzio, attuale capo del personale Trambus, Vincenzo Tosques, ex capo del personale Metro, e Antonio Marsia, ex amministratore delegato di Trambus. Prima di emettere gli avvisi di garanzia, i carabinieri del Nucleo Operativo di via In Selci hanno acquisito migliaia e migliaia di documenti negli uffici di via Prenestina e in quelli amministrativi dell'azienda. Tra questi, l'elenco delle persone assunte (nel mirino dei pm quasi mille contratti firmati dal 2004 in poi) e i requisiti richiesti dall'Atac per ogni categoria di impiego. Tra le persone che hanno ottenuto un contratto, secondo quanto denunciato alla procura, molti parenti e amici dei dirigenti. E contemporaneamente, sempre in base agli esposti, sarebbero stati esclusi i candidati dei concorsi per far entrare in azienda persone a chiamata diretta. «La Società ribadisce la fiducia nell'operato della magistratura e riconferma la sua piena collaborazione», ha affermato Atac spa a proposito dell'indagine su ex amministratori e dirigenti.

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