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Ostaggi di un folle, terrore al San Camillo

L'ospedale San Camillo

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Momenti di terrore all'ospedale San Camillo, sulla Gianicolense. Ieri mattina un polacco su di giri ha tenuto in ostaggio due impiegati dell'Ufficio relazioni con il pubblico. È piombato nella stanza, ha chiuso la porta cominciando a urlare contro i due poveretti impedendo loro di uscire, i quali dopo un po' hanno cominciato ad alzare la voce, però per chiedere aiuto. Lo straniero è stato bloccato dalla polizia e arrestato per danneggiamento. Il fatto è accaduto ieri mattina intorno alle 12,30. Wieslavv Slepakz, 30 anni, residente alla Magliana, arriva al nosocomio con abrasioni su volto, braccia e gambe, come se fosse caduto a terra. Il pronto soccorso si trova subito dopo l'entrata, sulla destra, in fondo a una discesa. Lui non lo sa. Entra dall'ingresso principale, vicino alla Direzione sanitaria, poi chiede che percorso interno deve seguire per raggiungerlo. Percorre un corridoio, in corrispondenza del posto di polizia sottostante, quasi adiacente al pronto soccorso. Il polacco a un tratto cambia idea e pure umore. Apre una porta ed entra furioso. È la stanza dell'Ufficio relazioni con il pubblico. Ci sono due impiegati. Non fanno in tempo a chiedergli cosa voglia che lui comincia a urlare. Nessuno lo capisce, si esprime nella sua lingua. Con le due mani blocca la maniglia della porta, facendo capire che nessuno deve entrare ed uscire. Gli impiegati si preoccupano, non sanno come fermare quella furia. Arriva la telefonata al posto di polizia. C'è l'assistente capo Marco Valiante, del Commissariato Monteverde. Si precipita al piano superiore, cerca di aprire la porta ma il polacco la tiene bloccata. Il poliziotto ha la meglio. Ma lo straniero gli si scaglia contro. È una lotta. Intervengono i vigilantes che assieme all'agente riescono ad ammanettarlo: trema come una foglia, come in crisi di astinenza, di alcol o droga. Portato in ufficio anche se con i polsi bloccati, sbatte la testa contro il muro, continua a urlare. E quando entra il collega dell'assistente capo per il cambio turno si getta contro di lui slogandogli il polso. Altra colluttazione. Poi il trasferimento dello straniero al Commissariato.

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