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La tregua elettorale di Renata Nuovo Cda tecnico in Cotral

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.Come anticipato da Il Tempo e confermato dalla governatrice Polverini, l'assemblea dei soci del Cotral si è riunita ieri mattina per nominare il nuovo consiglio di amministrazione dopo le dimissioni del presidente De Vincenzi, del vicepresidente De Bosi e del consigliere Di Lorenzi (questi ultimi due in quota Udc). Come annunciato, si tratta di un Cda tecnico che rimarrà in vigore fino al 31 luglio. Il nuovo presidente è Vincenzo Surace, manager di lungo corso nel settore del trasporto pubblico. In rappresentanza della Regione Lazio entrano nel Cda Salvatore Ronghi (segretario generale della Regione), Annibale Conti e Giovanni Zoroddu (capo di gabinetto della Polverini), mentre per la Provincia di Roma c'è Maurizio Venafro (capo di gabinetto di Zingaretti). I membri sono cinque, così come prevede la legge regionale che diminuisce di due unità (prima erano sette) i membri del Consiglio di amministrazione. Il nuovo Cda istituzionale ha rinunciato a qualsiasi forma di compenso. «Pur avendo espresso voto contrario alla revoca del Consiglio di amministrazione, la Provincia di Roma, per evitare uno stallo nella gestione dell'azienda, ha indicato come nuovo membro del Cda tecnico il capo di gabinetto Maurizio Venafro. Ci auguriamo che ora il lavoro possa riprendere affrontando i nodi di merito che affliggono l'azienda e si possa continuare il cammino del risanamento avviato dal precedente Cda, a cui va tutto il mio personale ringraziamento per il lavoro fondamentale svolto in questi anni sempre all'insegna della serietà e del rigore», commenta il presidente della Provincia Nicola Zingaretti. Si chiude così la prima fase della partita Cotral. Il secondo tempo si giocherà dopo le elezioni amministrative alla scadenza del Cda, prevista, come detto, per il 31 luglio. Dato per scontato un posto in consiglio per Zingaretti (l'asse con la Polverini esce consolidato dopo l'accordo con Pd e Udc), la governatrice dovrà risolvere l'intricata matassa che coinvolge i rapporti con Pdl e Udc e le nomine delle altre società regionali. Ampie frange di azzurri e centristi hanno più volte manifestato il proprio disappunto per come la governatrice sta gestendo l'avvicendamento ai vertici delle controllate. E, oltre a Cotral, i bocconi ghiotti non mancano: Astral, Asp-Laziosanità e le controllate di Sviluppo Lazio, tanto per fare un esempio. L'Udc reclama la sua parte, come gli esclusi dalla lista Pdl. In Cotral i centristi vorrebbero conservare due membri nel Cda, spalancando le porte della presidenza all'ex sindaco di Latina Zaccheo e lasciando a spasso Palozzi, originariamente destinato proprio a Cotral. Per Astral il nome di Tommaso Luzzi dovrebbe essere invece ormai blindato. Un risiko che non piace al Pd. «Mi auguro che il cambio al vertice Cotral non serva solo a liberare incarichi e poltrone prima di quella che doveva essere la naturale scadenza del Cda. La soluzione adottata per uscire dall'impasse evidenzia che non c'erano motivi per procedere alla rimozione forzata di un Cda che ha riportato i conti in regola», attacca il capogruppo alla Pisana Esterino Montino. «Il Cotral non è l'Atac. Il vecchio management lascia un'azienda dai conti in regola, lontana dagli scandali di parentopoli e messa in difficoltà solo dalla mancata erogazione da parte della giunta regionale di centrodestra di circa 400 milioni», rincara la dose l'altro consigliere regionale del Pd Tonino D'Annibale. Per il consigliere regionale Pdl Chiara Colosimo, invece, «la nomina di tecnici, la loro rinuncia agli emolumenti e la riduzione da sette a cinque dei membri del Cda sono i primi segnali chiari di volontà di rendere visibile il cambiamento».

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