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Rom e sgomberi. Alemanno tira dritto

Gianni Alemanno, sindaco di Roma

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Partiranno domani, destinazione Romania, le 11 famiglie rom ospitate nei centri di accoglienza di Castelnuovo di Porto e di via Salaria che hanno accettato i mille euro e il rimpatrio assistito offerti loro da Vaticano e Campidoglio. Altri, quando hanno saputo che i soldi sarebbero stati consegnati a Bucarest, se la sono filata. Un piccolo risultato in un oceano di polemiche tra il sindaco Gianni Alemanno da una parte, Sant'Egidio e Caritas dall'altra, che sono continuate anche ieri sulla scia dell'annuncio del primo cittadino di riprendere gli sgomberi forzati il 3 maggio. La pausa di una settimana voluta dal Campidoglio in concomitanza con le celebrazioni per la beatificazione di Papa Wojtyla, non basta alle associazioni cattoliche che hanno chiesto ancora a gran voce che gli sgomberi vengano sospesi fino al termine dell'anno scolastico per consentire ai minori rom di non interrompere il loro percorso di studi. Ieri, ai microfoni radiofonici del Gruppo Roma Radio, Alemanno ha confermato l'intenzione di andare avanti e di eliminare sistematicamente le baraccopoli. E soprattutto, parlando di accoglienza, ha ribadito: «Bisogna dare solidarietà ma non deve passare il messaggio che a chiunque arrivi a Roma gli venga data assistenza e un alloggio (è la proposta di Sant'Egidio che nei giorni scorsi ha infiammato la polemica, ndr). Se passasse rischieremmo di attrarre decine di migliaia di persone, immigrati, nomadi o altro, che non hanno un'occupazione legale. Basti pensare che nelle baracche abusive si accampano anche romeni ed extracomunitari. Nel campo di Monte Mario abbiamo trovato addirittura due napoletani». Anche per questo motivo, ha concluso il sindaco, «certe volte ci sono atteggiamenti che io chiamo buonisti che vedono una realtà astratta». Il riferimento è alle proposte delle associazioni cattoliche. I nomadi che avevano occupato la Basilica di San Paolo, nel frattempo fanno i conti con i mille euro offerti per tornare a casa in Romania. Tanto che il primo pullmann partito dalla Basilica con destinazione Castelnuovo - dove donne e bambini sarebbero stati trattenuti fino al giorno del rimpatrio - ha dovuto fare marcia indietro. La ventina di uomini a cui era stata offerta permanenza nel centro di accogliezna di via Salaria si sono invece dileguati. Il motivo è molto semplice: non appena hanno saputo che avrebbero ricevuto i mille auro in Romania, e non subito dopo il sì all'accoglienza, hanno fatto perdere le proprie tracce. Il secondo pullmann ha invece raggiunto il Cara, senza che il sindaco di Castelnuovo, Stefoni, a capo della rivolta dei 17 amministratori che avevano promesso battaglia in caso di trasferimenti, se ne accorgesse. «Nessuno mi ha avvisato», ha detto. Eppure i nomadi sono lì, oltre le reti del Cara, da tre giorni.

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