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La Caritas accoglie i nomadi

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Pocheore, e dalle parole il Vaticano passa ai fatti: in serata il centinaio di rom che da tre giorni si è rifugiato nella Basilica di San Paolo, è stato accolto in strutture della Caritas, in particolare della cooperativa sociale Domus. Anzi, il Pontefice fa di più: invia il sostituto della segreteria di Stato, monsignor Filoni, alla basilica perché esprima ai nomadi la sua personale «vicinanza». Soprattutto, si è rispettato il nucleo familiare e i componenti delle famiglie non sono stati separati. A questo scopo sono stati identificati prima di lasciare la basilica. Al ricongiungimento, all'interno del chiostro, tra i rom all'esterno del cancello dell'area e quelli che erano rimasti dentro, sono scrosciati gli applausi. Il Vaticano ha auspicato che la disponibilità della Caritas «preluda a una sistemazione stabile adeguata». In mattinata, intanto, il direttore della Caritas, monsignor Enrico Feroci, aveva consegnato ai rom un uovo di Pasqua donato loro dal Papa. Il regalo di Benedetto XVI è stato particolarmente apprezzato dai numerosi bambini che con gran piacere hanno mangiato pezzi di cioccolato. Successivamente, c'è stato il pranzo con tutti i nuclei familiari uniti. «Si è trattato - si è appreso dalla Caritas - di un felice pranzo di Pasquetta». Nel pomeriggio poi il vescovo ausiliario per il settore nord di Roma, monsignor Guerino Di Tora ha visitato il campo rom in via di Cave di Pietralata, che si temeva dovesse essere sgomberato. Con lui don Enrico Feroci e il parroco della vicina parrocchia di San Romano, don Marco. Monsignor Di Tora è giunto a metà del pomeriggio quando si era diffusa la notizia che il sindaco Alemanno aveva smentito lo sgombero del campo. In questi giorni la comunità di Sant'Egidio del quartiere aveva promosso una raccolta di firme tra i residenti per chiedere che lo sgombero fosse rimandato almeno fino a giugno, per permettere ai bambini che frequentano le scuole (ce ne sono alla materna, alle elementari e nelle medie) di concludere l'anno scolastico. Le circa 20 famiglie rom che abitano il campo hanno fatto visitare il luogo, spiegando che non ci sono i pericoli che si riscontrano invece in altri campi di baracche. Quello in via di Cave di Pietralata è infatti un accampamento sui generis, composto da un capannone e da edifici dismessi, il che evita i pericoli di incendio. Al termine della visita don Enrico Feroci ha spiegato che «la nostra idea e quella del cardinal Vallini è quella di permettere ai rom di rimanere fino al termine dell'anno scolastico, e nel frattempo trovare soluzioni che evitino di dividere le famiglie tra uomini e donne». Il sindaco Alemanno poi in una nota ha tenuto a sottolineare che: «Roma Capitale ringrazia la Caritas di Roma per il suo intervento decisivo per risolvere l'emergenza dell'occupazione della Basilica di San Paolo. Si tratta di un intervento di carattere umanitario che non modifica in nulla l'atteggiamento dell'amministrazione capitolina rispetto all'emergenza nomadi». S.N.

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