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Affaristi a San Pietro in attesa di Wojtyla

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In vetrina i gadget di Papa Giovanni Paolo II

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Meno dieci. E piazza San Pietro si trasforma nel Wojtyla business center. A poco più di una settimana dal Primo Maggio, giorno della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, si moltiplicano i rivenditori di rosari e gadget del Pontefice polacco, le guide turistiche fanno gli straordinari e le botticelle passano dal trotto al galoppo per pescare nel mare di fedeli un cliente in più. Del resto, chissà quando Roma rivedrà un'ondata di pellegrini di queste dimensioni. Tutto intorno al Colonnato del Bernini il commercio brulica. Specialmente sulle bancarelle abusive, che sono in maggioranza, perché da oggi non possono più esporre merce: l'assessore Davide Bordoni ha firmato un'ordinanza per toglierle di mezzo, senza se e senza ma, almeno fino al 2 maggio, giorno di chiusura dei festeggiamenti. Eppure i proprietari delle carrette stracolme di ricordi non sembrano preoccupati. Anzi. Saigh se ne sta su via della Conciliazione e mostra la foto di Wojtyla stampata su cartoncino a un cliente: «Costa un euro», dice. Ma il pellegrino non è interessato. Lui tenta di proporre braccialetti e rosari con l'immagine del Papa, ma ancora nulla. Poi all'ultimo la sfanga: un piatto col volto del futuro beato a dodici euro. «I clienti sono tantissimi - racconta Saigh - e continueranno a esserci in questi giorni. Domani sarò qui a lavorare, statene certi». E non è un caso isolato. È della stessa idea Nasi, sull'altra sponda della Conciliazione, che è marocchino e non sa dell'ordinanza: «Domani vediamo, però vengo e poi vediamo. Io devo lavorare». Anche gli italiani non sembrano intensionati a mollare il mercato. «Del resto - ci fa il proprietario di un banchetto - pensate che quelli che vendono i ricordi laggiù, all'entrata della piazza con il banco a tracolla, domani non li trovate? E se ci stanno loro ci sto pure io», dice indicando dall'altra parte della piazza gli altri abusivi, quelli dei tour. Si piazzano vicini alla fermata dei taxi e attendono i clienti. Li avvicinano, perfetti e con tanto di tagliando «Official tour» appeso al collo, e li invitano a fare gruppo per un giro al Vaticano e dintorni. Eppure, pochi giorni fa, erano almeno la metà le guide turistiche sulla piazza. Pure le tappe dei pullman sono aumentate. Molti bus solitamente passano di qui senza però fermarsi. Ma in questi giorni si fa un'eccezione. Un esempio è il «Citysightseeing Roma». Il ragazzo che recluta i clienti ti chiede se vuoi salire: ci sono le audioguide in otto lingue. Ti lascia una mappa dov'è indicato il percorso, poi fa due cerchi sulla cartina e dice: «Vede, noi seguiamo questa linea blu in mezzo a Roma. Ci fermiamo qui e qui dove c'è il segno rosso, però oggi c'è anche questa fermata». Qualcuno sale e parte. Altri no, preferiscono un giro tra i negozi di souvenir che in queste ore fanno affari d'oro e mettono in vetrina calendari, bicchieri, santini, rosari, piatti, calamite e quant'altro con il volto di Giovanni Paolo II. Alcuni scelgono lo shopping su via della Conciliazione. Molti preferiscono Borgo Pio, distante quanto basta dalla ressa. Per arrivarci si passa davanti a quattro camion dove una decina di tecnici mettono a punto l'impianto elettrico per l'evento. Anche alcune tv fanno le prime prove per la diretta. Un uomo esce da un rete metallica e sistema lo striscione: «Infrastruttura di comunicazione. Installazione provvisoria per servizi di telefonia. Evento beatificazione Giovanni Paolo II». Da una bancarella di fronte un abusivo ferma un gruppo di turisti per vendergli tessere telefoniche internazionali. Del resto, business is business.

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