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Il profondo rosso delle farmacie

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Lo sciopero di venerdì scorso ha squarciato il velo sulla gestione della direzione generale di Farmacap, l'azienda del Campidoglio che gestisce le farmacie comunali. I bilanci parlano chiaro e testimoniano le difficoltà in cui versano i conti dell'Azienda Farmasociosanitaria Capitolina. Una gestione quantomeno discutibile iniziata con le giunte di centrosinistra che a partire dal 1998 si è trascinata fino ad oggi. «Nella gestione delle partecipate del Comune non c'è stato sempre un approccio economico. Tutte le farmacie producono reddito, è possibile che solo Farmacap, che ne raggruppa 40, sia in perdita?» si chiedeva l'assessore al Bilancio di Roma Capitale Carmine Lamanda in un'intervista rilasciata lo scorso 13 aprile. Il direttore generale Marco Orgera forse dovrebbe rispondergli. Anche perché il quesito è più che legittimo. Il bilancio 2009 è stato chiuso con una perdita di 101 mila euro, mentre il 2008 con un saldo negativo di poco più d'un milione di euro. Grazie al lavoro del nuovo Cda insediatosi nel 2009 e nominato da Alemanno nel 2010 si è però raggiunto il pareggio. Ciò non toglie che la gestione dei manager nominati dalla sinistra abbia portato Farmacap sul lastrico. Fonti interne a via Ostiense parlano apertamente di «pagamenti prima del ricevimento delle fatture o prima del collaudo dei lavori e arbitrari e sproporzionati ordinativi di merce che sarebbero stati fatti dalla direzione generale senza consultare i direttori e senza conoscere le reali esigenze di farmacie» come testimonia l'articolo qui a fianco. Inoltre, le gole profonde di Farmacap denunciano anche «la spesa di centinaia di milioni di vecchie lire per lavori su nuove sedi inaugurate e mai aperte al pubblico per il mancato rispetto della distanza dalla farmacia privata più vicina (Casalotti) o per continue correzioni di errori di progettazione su farmacie nuove o ristrutturate (Casilino 23, Ferratella, Cinquina)». Per non parlare poi della spesa per gli allarmi, che sarebbe cresciuta del 900% in tre anni: da 51.590.577 lire del 1998 a 440.906.288 nel 2001. Ci sono poi acconti di pagamento effettuati prima di aver ricevuto le fatture. Un esempio ne sarebbe un bonifico di 387.342 euro emesso il primo febbraio 2002 a beneficio di una ditta prima che in via Ostiense arrivasse la relativa fattura e di cui a luglio ancora non ve ne sarebbe stata traccia in azienda. Ma ci sarebbe anche un acconto di 500 milioni di vecchie lire pagato il 27 novembre 2001 con fatture emesse il giorno prima ma arrivate in via Ostiense solo il 12 dicembre. La ditta beneficiaria - sempre secondo fonti interne - avrebbe effettuato dei lavori di ristrutturazione nella farmacia Casilino 23 con errori evidenti e pagati da Farmacap: in quella circostanza il gabinetto affacciava nella zona pubblico e l'accesso alla scala per il piano inferiore era troppo stretto e insufficiente per il passaggio di una semplice scatola di medicinale. «Si è dovuto rifare tutto», racconta un testimone. Per non parlare dei costi di contabilità aziendale che sarebbero addirittura raddoppiati da 60 milioni a 150 milioni di vecchie lire.

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