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Parmalat riapre la guerra della Centrale del Latte

Parmalat

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Sulla Centrale del Latte di Roma pendono due macigni. La questione del riconoscimento della titolarità del pacchetto azionario e l'impatto che avrebbe l'eventuale conquista di Parmalat da parte dei francesi di Lactalis. Cominciamo con il primo punto. I legali della nuova Parmalat hanno chiesto al tribunale civile di Roma di stabilire con sentenza che l'azienda di Collecchio è la legittima proprietaria del pacchetto azionario della Centrale del Latte di Roma acquistato il 7 luglio del 1999 dalla Parmalat di Calisto Tanzi da Cirio, tramite Eurolat. Inoltre Ariete Fattoria Latte Sano, società che ha partecipato alla gara per l'acquisizione del pacchetto azionario di maggioranza dell'azienda venendo però esclusa per carenze procedurali, si è rivolta di nuovo al Tar. La richiesta è di nominare un commissario ad acta per indire una nuova gara per la privatizzazione della Centrale del Latte di Roma, giacchè tutti i precedenti contratti sono stati annullati. I giudici della seconda sezione del tribunale amministrativo si sono riservati di decidere e la sentenza dovrebbe essere pubblicata entro un mese. Il commissario dovrebbe sostituirsi al Comune per dar corso alla nuova gara, ma anche per disporre il sequestro conservativo delle azioni intestate a Parmalat. In udienza il Comune, ritenendo di essere proprietario delle azioni della Centrale, ha chiesto la loro riconsegna senza ritenersi obbligato a proseguire nella precedente gara, ma eventualmente attivare una nuova procedura di dismissione. Intanto ieri i sindacati di categoria hanno avviato al ministero dello Sviluppo Economico un tavolo permanente per valutare i futuri piani industriali relativi a Parmalat. All'incontro al quale non ha partecipato nessun rappresentante di Collecchio, si è insistito sul rafforzamento della filiera lattiero-casearia italiana. La Coldiretti ha richiamato l'attenzione sulla necessità di difendere non solo l'italianità del marchio ma soprattutto il latte e l'agricoltura italiane. In gioco c'è il futuro di 40mila allevamenti. I francesi con il 29% di Parmalat faranno di sicuro sentire la loro voce nelle strategie industriali. Il sistema italiano delle coperative e la scarsa trasparenza nella contabilità delle aziende agricole porta a far costare un litro di latte alla produzione sino a 40 centesimi di euro contro i 32 della Francia.

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