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La lettera

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Lospiegano i Gruppi di azione patriottica nella lettera recapitata assieme a un proiettile al sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Nel testo di quella che chiamano «Risoluzione strategica n.1», gli aderenti al Gap si descrivono come gli eredi dei Gruppi di azione patriottica formati dalle Brigate Garibaldi nel 1943, di cui riprendono il simbolo: «Il Tricolore con la stella a cinque punte, integrato dalla sigla Gap e dal nome della Brigata Balilla», di cui citano in particolare l'uccisione di 33 soldati tedeschi nell'attacco di via Rasella a Roma e la liberazione di Pertini e Saragat dal carcere di Regina Coeli. Quanto ai presupposti ideologici dicono di non credere «nella certezza del diritto» e di essere dunque «filo popolari ma non giustizialisti». Mentre per la struttura, spiegano: «Alla base si formeranno i nuclei, ciascuno composto da due o tre gappisti, coordinati da un caposquadra (coordinatore politico) e da un vicecaposquadra (coordinatore operativo). Tre nuclei di quattro uomini costituiscono un distaccamento (guidato da un comandante e un commissario politico). Per ridurre il rischio di tradimenti o confessioni estorte con la violenza i membri dei vari distaccamenti non si conoscono tra loro. Le altre informazioni - concludono - restano coperte dal segreto organizzativo».

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