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Assunzioni sospette anche a Met.Ro

Metropoliitana

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Dopo le due aziende municipalizzate Atac e Ama, adesso nello scandalo delle assunzioni «sospette» spunta anche Met.Ro spa. La presunta «parentopoli» ha toccato anche la società che è confluita in Atac nel 2010 e che gestiva il servizio delle metropolitane e delle ferrovie nella Capitale. Nei guai sono infatti finiti l'ex direttore del personale di Met.Ro Riccardo Di Luzio, e il responsabile della società «Manpower» per quanto riguarda la procedura di selezione, Stefania Sangiovanni. Entrambi, secondo quanto accertato dal pubblico ministero Ilaria Calò, avrebbero tentato di raccomandare decine e decine di persone per farle assumere nell'ex società municipalizzata. In base a quanto emerso dalle indagini e anche dalle numerose intercettazioni telefoniche, nel luglio del 2009 Di Luzio «intenzionalmente» avrebbe indicato in un foglio a Sangiovanni i nominativi di soggetti da inserire indebitamente nelle graduatorie in posizioni utili ai fini di una successiva assunzione, manomettendo così la graduatoria stessa e facendola pubblicare alterata sul sito internet della società «Manpower».  Il concorso, secondo la procura, era stato superato da 150 persone e di queste ne dovevano essere selezionate 70: 40 operatori della manutenzione e 30 macchinisti. E proprio per questi 70 candidati sarebbero state alterate le graduatorie. Ma il presunto raggiro non sarebbe andato in porto poiché l'amministratore della Manpower un mese dopo il concorso presentò una denuncia sospettando irregolarità, dando così il via all'inchiesta. Stesso comportamento tenuto dalla municipalizzata Met.Ro, che ha subito annullato in autotutela la procedura selettiva. I due indagati, adesso, se il pm chiederà il rinvio a giudizio per concorso in tentato abuso d'ufficio, rischieranno di finire alla sbarra. Ma il lavoro della procura non finisce qui. Ora, infatti, sta verificando se prima del 2009 siano stati commessi altri reati, permettendo quindi ad altri dipendenti di essere assunti in maniera illecita, non avendone diritto. L'avvocato Gianluca Arrighi, che difende insieme alla collega Giulia Caroselli Stefania Sangiovanni, ha dichiarato che «la nostra assistita nega fermamente gli addebiti che le vengono contestati, valuteremo nei prossimi giorni se richiedere l'interrogatorio oppure se attendere le ulteriori determinazioni della procura prima di palesare la nostra linea difensiva».

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