Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Crowe eroe per caso nel thriller di Paul Haggis

default_image

  • a
  • a
  • a

Iltema dell'innocente che deve faticosamente difendersi da un'accusa ingiusta ha precedenti illustri, sia in letteratura, Kafka, sia al cinema, Hitchcock. Oggi, in questo film americano scritto e diretto da Paul Haggis ("Crash", Nella Valle di Elah") sulla filigrana di un film francese di qualche anno fa, si propone con una variante perché l'accusata è una brava moglie rinchiusa in carcere dopo vari gradi di giudizio per un omicidio che non ha commesso e la difesa se l'assume suo marito, un onesto insegnante che però non arretra di fronte a niente, neanche a degli omicidi e a una rapina, pur di raggiungere il suo scopo. Si comincia, come sempre, con la rappresentazione di una tranquilla famigliola con un bambino di sei anni al centro, poi l'improvviso arresto di lei, i processi che ne seguono, così sconfortanti e deludenti da indurre la donna a tentare il suicidio, mentre il marito, falliti tutti i tentativi legali, si mette a studiare meticolosamente e quasi scientificamente un piano per far evadere la moglie, vendendo prima la casa, per ottenere i tanti soldi che gli servono, e poi, appunto, rapinando e uccidendo. Fino al momento in cui avrà inizio quella fuga a due (il bambino è stato affidato ai nonni) complicata adesso dal fatto che le gesta di lui hanno messo la polizia sulle sue tracce e così non si insegue solo una evasa ma anche un omicida. Questa doppio inseguimento è una delle pagine più affannate e angoscianti di tutto il film, in cui però Haggis ha dato prova, quasi ad ogni svolta, di tensioni fortissime provocate da situazioni in cui si scontrano non solo le impennate di un'azione irta di difficoltà, di impacci e di sorprese, ma anche i sentimenti ora sfumati ora accesi dei due protagonisti, culminati, questi ultimi, in una pagina muta in cui il marito, messi in salvo la moglie e il bambino, prenderà secondo coscienza decisioni definitive. Sostiene questa pagina e tutte le altre che lo vedono quasi sempre in primo piano Russell Crowe che riesce magistralmente a tenere in equilibrio il suo personaggio tra impeti, e dolori, imponendosi con una recitazione all'altezza delle sue migliori, da quella premista con l'Oscar per "Il Gladiatore" a quella di "Beautiful Mind". Gli dà la replica Elizabeth Banks, la moglie cui sacrificherà tutto.

Dai blog