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Civitavecchia apre le porte

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Unanave molto diversa da quelle che di solito arrivano nel porto Civitavecchia. Stavolta al posto di facoltosi crocieristi americani o vacanzieri europei, dal traghetto «Clodia» della Tirrenia è sceso un pezzo di popolo in fuga da una terra tutt'altro che accogliente. Erano in 1040 i tunisini provenienti da Lampedusa che sono stati fatti sbarcare nella serata di ieri presso la banchina 14, sotto gli occhi un po' diffidenti, un po' rassegnati dei civitavecchiesi. In 200 hanno poi proseguito verso Livorno sempre a bordo della Clodia, altrettanti sono stati trasferiti a Campobasso. In 640, invece, sono stati assegnati alla tendopoli allestita in fretta e furia dalla Protezione Civile presso la caserma «Enrico De Carolis» di Civitavecchia, da poco passata sotto la gestione del Comune e immediatamente messa a disposizione delle ragioni di Stato. Vi resteranno temporaneamente, come hanno assicurato alla città il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro e la stessa Polverini. «Una città che non è razzista», ha affermato il suo sindaco, Gianni Moscherini, intenzionata a partecipare all'emergenza con un certo senso di responsabilità. Parole certificate da molti cittadini purché la loro permanenza nell'ex caserma non sia a vita. Si parla di un mese, in attesa di trovare a questi disperati una adeguata sistemazione.

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