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Pubblico freddo con Lindsay Kemp

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Adessi spetta per lo più tenere in vita i grandi balletti della tradizione classico-romantica, quelli più popolari e vicini al cuore della gente comune. Il nuovo direttore del ballo capitolino Micha van Hoecke, mente aperta e moderna, mira invece al fatto che i danzatori si cimentino anche nel contemporaneo. Ecco così nascere una strana e composita serata (al Teatro Nazionale fino al 3 aprile) all'insegna della diversità e dell'originalità, con un trittico che mette a confronto tre dei creatori più estrosi del nostro tempo: il fiorentino Virgilio Sieni, da decenni votato all'avanguardia più pura, la premiata coppia Abbondanza-Bertoni comunicativa e socialmente impegnata in una sorta di teatro-danza e infine il grande mimo-danzatore inglese Lindsay Kemp sempre sospeso tra sogno e realtà. Insomma tre mondi, tre dimensioni visive diverse tra loro in maniera forse inconciliabile, scuole e estetiche a confronto ravvicinato. Confortato dalle note spirituali di Arvo Pärt in Apeiron Sieni racconta il rifrangersi nello spazio di un polifonico dialogo al femminile. In Addio addio, interpretato dai sorprendenti Alessia Barberini e da Mario Marozzi, è di scena la drammaticità di un ultimo estremo incontro a due tra sesso, matrimonio e definitiva separazione. Infine il geniale Lindsay Kemp, che ha legato il suo nome a tante memorabili rappresentazioni romane da Flower in poi, pennelleggia in The Illusionist un personale omaggio al cinema muto degli Anni Trenta alla sua maniera onirico ed irripetibile. Valentino, Ginger e Fred, persino Dracula lasciano presto il posto al sonoro, tra la stralunata meraviglia del regista Kemp, come sempre sopra le righe. Il pubblico per ora non ha risposto alla chiamata e forse non a torto.

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