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Più di 45 mila appartamenti non registrati

Roma, case Ater in via Oslavia

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Tutto ebbe inizio cinque anni fa, quando nel 2006 all'Ater Roma si decise di fare un po' di ordine. Impresa ardua, considerato che l'ultimo bilancio approvato risaliva al 2001. Questo significa che l'intera gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica non era certificata, dunque presumibilmente non controllata. A dirla tutta non si sapeva con certezza neanche quanti immobili possedesse. Un dato sconcertante, tra i tanti, è quello del risultato del primo censimento: al dicembre 2008 l'Ater Roma risulta proprietaria di 2.702 fabbricati, 52.528 alloggi, 3.688 immobili non abitativi, 30.279 cantine e soffitte, 19.174 posti auto e 204 terreni. La sorpresa più grave è stata tuttavia quella di aver «scoperto» di avere ben 45 mila unità immobiliari in più di quanto venisse «presunto» nel 2006. Immobili fantasma? Probabilmente nessuno degli assegnatari di questi immobili ha mai pagato il canone d'affitto. Pochi dati che si inseriscono però nel quadro complesso ma sempre più chiaro della «svendopoli» delle case Ater di Roma e Provincia. Vendite a prezzi davvero irrisori che non hanno risparmiato le case nelle zone di pregio. Una delle assurdità della legge infatti è quella di prevedere coefficienti uguali. Così una casa di 70 metri quadrati in via Bodoni, nel cuore di Testaccio è stata venduta per 47.540 euro; 105 metri quadrati in viale dei Romanisti (Casilino) sono stati pagati 41.324 euro. E che dire degli 89.604 euro spesi per un appartamento di 104 metri quadrati a piazza Melozzo da Forlì, a un passo da piazzale Flaminio? E perché nello stesso stabile due metri quadrati di differenza valgono ottomila euro in più. Per un appartamento di 106 metri quadrati, sempre in piazza Melozzo da Forlì sono stati pagati 97.661 euro; 107 metri quadrati a 99.933 euro. E che dire deii 70 metri quadrati a viale dei Romagnoli (Ostia) venduti a 59.236 euro? Li paragoniamo ai 73 metri quadrati di via Branca (sempre Testaccio) a 47.396 euro. In piazza Santa Maria Liberatrice, nel cuore dello stesso rione capitolino, 82 metri quadrati sono stati venduti 59.296 euro. In via Codroipo (Collatina fuori Gra) sono stati invece venduti 86 metri quadrati a 59.594. I prezzi insomma non sono confrontabili tra loro. Per non parlare poi del valore di mercato. Un virus, quello di vendere casa a prezzi stracciati (pur non distinguendo tra centro e periferia) che ha colpito anche l'Ater Provincia di Roma. Ricordiamo uno dei casi più eclatanti che viene subito all'occhio scorrendo i lunghissimi elenchi del patrimonio immobiliare dell'azienda regionale di edilizia residenziale pubblica. Castel Gandolfo, dove il Santo Padre ha la residenza estiva: in piazza Caduti di via Fani, sono stati venduti 21 vani a 300.172 euro. Basta una rapida ricerca su internet per scoprire che per acquistare una casa di 90 metri quadrati (tre vani) nella stessa piazza occorre sborsare 320 mila euro. Trattabili. Altra zona stessi prezzi. Ad Anzio l'Ater ha venduto case in una forbice compresa tra i 70 e i 91 mila euro per immobili da 5 a 6 vani. Un monolocale di 40 metri quadrati nella località marittima del litorale sud della Capitale costa 130 mila euro. Imbattibile, verrebbe da dire, il prezzo delle case popolari a Bracciano. Nella splendida cittadina sull'omonimo lago gli appartamenti di 3,5 vani in via Dominici sono state vendute per 22.858 euro. Un box di 16 metri quadrati sulla stessa strada costa 9 mila euro. In questi casi il lupo non ha perso né il pelo né il vizio.

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