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Indagini sul bando per le spiagge libere

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ValeriaCostantini OSTIA Controlli a tappeto e sequestri di documenti. Continuano le indagini sul «beach-gate», l'inchiesta aperta dalla procura di Roma sulle presunte irregolarità amministrative nelle concessioni rilasciate per le spiagge libere. I carabinieri stanno acquisendo centinaia di documenti degli uffici Ambiente e Litorale di Ostia. L'ultimo blitz martedì. Il sospetto degli inquirenti è che i bandi di assegnazione degli arenili siano stati viziati da un errore: le gare doveva condurle il Campidoglio e non il Municipio. Anche per questo il presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, è stato sentito dall'Arma come titolare della delega in materia di spiagge. Ascoltato dai militari del Colonnello Giovanni Adamo del Gruppo Territoriale dei Carabinieri ha spiegato che «non doveva essere il Municipio a espletare le gare, ma il Comune nel suo status di concessionario. Un vizio procedurale non grave - dice però Vizzani -, si tratta di enti complementari e la delibera Pannella del 1992 ci garantisce autonomie particolari. Sono andato spontaneamente io in caserma a sollevare il problema». Insomma, anni di gare rischiano di essere bollate come false. E intanto il rinnovo dei permessi per l'estate 2011 è congelato. Il sentore è che si stia aprendo un nuovo «beach-gate» sul litorale romano, anche perché il caso pone alcuni interrogativi. Uno su tutti: perché i carabinieri citano «accertamenti sui requisiti dei partecipanti ai bandi per l'assegnazione dei lidi», anche se l'indagine riguarda solo un vizio procedurale? Inchieste in questa direzione, che ruotano attorno alle otto spiagge libere sul lungomare di Ponente e Levante, non sono mancate. Si tratta di circa 1300 metri di sabbia che possono fruttare 500mila euro l'anno con affiancate attività «extra». L'elenco dell'illegalità è lungo. Nel 2004 ci fu il caso della «gang del mare» coinvolta in droga e usura: diciotto persone arrestate, tra pregiudicati legati alla Banda della Magliana e alla famiglia Triassi, i luogotenti dei boss siciliani Cuntrera e Caruana, che avevano partecipato a regolari bandi di concorso e gestivano così gli arenili pubblici di Ostia. Nel 2009 l'ultima operazione, la «Los moros» dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, che portò al sequestro dello stabilimento Faber Village e all'arresto di 36 persone, per un maxi-traffico di droga riconducibile al boss del litorale Carmine Fasciani. Tra quella prima spallata agli affari della malavita del lido nel 2004 a oggi, il «file-spiagge» si è ampliato a dismisura. La recente indagine potrebbe aprire un nuovo inquietante capitolo.

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