Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il collezionista di organi

La polizia scientifica accanto al cadavere ritrovato in un campo a ridosso di via Porta Medaglia vicino all'Ardeatina (Foto Gmt)

  • a
  • a
  • a

Un collezionista. Avrebbe rimosso gli organi interni della vittima per conservarli come un trofeo. È l'ultimo sospetto degli investigatori della Squadra mobile di Vittorio Rizzi che indagano sull'orribile assassinio della donna europa tra i 20 e i 40 anni, trovata la mattina dell'8 marzo senza testa, gambe e parti interne in un campo all'Ardeatina, a ridosso di via di Porta Medaglia. Di lei il killer avrebbe lasciato solo utero e ovaie. Una eviscerazione che secondo gli esperti sarebbe durata circa due ore usando particolare cura. Alla tesi dell'omicida collezionista d'organi si è arrivati per esclusione. Elimando le ipotesi che meno reggono. Il killer non ha rimosso le parti interne per alleggerire il macabro carico: chi riduce il cadavere in quel modo non si crea il problema del peso da trasportare. Non lo ha fatto per un presunto impianto degli organi su altri corpi: le accortezze chirurgiche sarebbero state maggiori e diverse. Non può essere la mano di un aguzzino che punisce la prostituta ribelle: centoventi minuti sono troppi per scempiare un corpo al quale non si dà alcun valore. E sembra distante anche la congettura che un clan nigeriano abbia ucciso una lucciola europea per vendicarsi di un torto: gli africani sono gli unici ad aver firmato orrori simili (l'ultimo a Genova nell'aprile 2007) ma anche qui due ore sono eccessive per un regolamento di conti. Quindi la tesi del collezionista. Una pista che pure se appare la più marcata ancora comunque non è ritenuta quella certa. Mancano gli elementi. E quelli sinora disponibili non dànno conferma. Ieri c'è stato un vertice tra investigatori e medico legale negli uffici dell'Anticrimine di via di San Vitale per fare il punto sulla situazione. Il trans che il custode del terreno aveva dato per sparito dopo il ritrovamento del cadavere è stato rintracciato e ascoltato dalla Mobile. «Io quella sera non c'ero» avrebbe detto. Per cui decade la speranza di sue possibili rivelazioni. Sfuma pure l'eventualità che il satellite potesse fornire le immagini dell'assassino mentre abbandonava i resti umani: l'8 marzo, all'alba (momento indicato) non si trovava sopra quella porzione di cielo. Risultati fondamentali verranno fuori dai test di laboratorio sulle tracce genetiche: sotto le ugnhie della donna, su capelli e frammenti di pelle rinvenuti sul corpo, sulle macchie di sangue che imbrattavano le mani di lei con le unghie smaltate di fucsia.

Dai blog