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Che vita con i soldi della 'ndrangheta

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Ilblitz è scattato all'alba. Duecento finanzieri hanno dato il via all'operazione antimafia «Hummer», che ha portato al sequestro di un patrimonio complessivo pari a oltre 40 milioni di euro riconducibile alla 'ndrangheta calabrese, in particolare al «clan Muto» di Cetraro, in provincia di Cosenza. Tutto nasce dalle indagini su un uomo, P.C., collegato alla 'ndrina. Sulla carta un nullatenente. Eppure agli occhi di tutti era come un nababbo. Uno che da vent'anni poteva permettersi di girare in Ferrari e vivere in lussuosi appartamenti della Capitale. Frequentare i migliori ristoranti della città e trovare sempre un tavolo riservato nei locali più in. Ma la sua vera identità si nascondeva dietro i loschi affari con il clan, per il quale ha investito milioni di euro e comprato beni mobili, immobili e partecipazioni societarie, formalmente intestati a familiari e ad alcuni prestanome. La sua vita superlusso all'ombra della malavita si è interrotta ieri quando è scattata la misura di prevenzione patrimoniale. Ad irrompere nella sua giornata di sfarzi e ostentazioni è stato il Gico del nucleo di polizia tributaria della Finanza, coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia, dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal sostituto procuratore Maria Cristina Palaia. Secondo gli inquirenti l'uomo è responsabile di una serie di reati (usura, bancarotta fraudolenta, truffa aggravata). Ha fatto del crimine uno stile di vita per quasi due decenni. Ha costituito numerose società, quasi tutte con sede nella Capitale e a lui riconducibili, anche se formalmente di proprietà di soggetti diversi. Non aveva redditi da attività lecite e l'elevato tenore di vita ha potuto certificare che le risorse utilizzate per l'acquisizione dei patrimoni provengono dalle attività delittuose riconducibili ai mafiosi ai quali è collegato. L'operazione di sequestro si è sviluppata nel Lazio, ma anche in Calabria, Basilicata e Toscana e ha consentito il sequestro di 11 fabbricati, 12 terreni, quote di partecipazione in 18 società, 2 aziende, 9 autovetture di lusso, 1 aliscafo, 1 imbarcazione e numerosi rapporti bancari, per un ammontare complessivo di oltre 40 milioni di euro. Tra i beni sequestrati anche una villa di pregio all'Infernetto con tanto di piscina; un centro sportivo a Trigoria; Ferrari, Hummer e Porsche; un villaggio turistico a San Nicola Arcella in provincia di Cosenza. Oltre alla misura di prevenzione patrimoniale la Dda di Roma ha proposto alla competente sezione del Tribunale anche l'applicazione della sorveglianza speciale dell'uomo per 3 anni. Sarà obbligato a soggiornare nella Capitale. Senza lussi.

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