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Una marea di rifugiati

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Immigrati

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Roma è stata ribattezzata la città del «secondo sbarco» dopo Lampedusa. È nella Capitale che arriva il maggior numero di immigrati che hanno diritto alla protezione internazionale. Si stima che i rifugiati (tra richiedenti e titolari di protezione) siano circa ottomila. Un numero che oscilla a seconda delle migrazioni. Nei momenti più bassi ha toccato anche quota seimila, come ha ricordato il sindaco Alemanno. Il vero problema è che questo esercito di immigrati è difficile da accogliere. O meglio, è praticamente impossibile aiutarli tutti. I 23 centri convenzionati col Comune, dalla Caritas al Centro Astalli, dal Centro Roma Solidarietà allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), possono ospitare un massimo di 1.475 persone. Questi centri hanno esaurito tutti i posti. La lista d'attesa è chilometrica: 1.188 profughi. Tutti gli altri, più di 5.300 disperati che non hanno nemmeno fatto richiesta di accoglienza, sono disseminati per la città. Come i 140 somali che occupavano l'ex ambasciata in via dei Villini dove venerdì notte una ragazza di 20 anni ha denunciato di essere stata stuprata. Solo nell'ultimo anno (dal 1° gennaio 2010 al 20 gennaio 2011, secondo i dati delle organizzazioni specializzate, dell'Ufficio profughi della Questura e della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale raccolti dall'assessorato capitolino ai Servizi Sociali), hanno bussato alle porte del Comune 1.080 rifugiati. In genere restano nei centri di accoglienza non più di sei mesi. A volte però vengono concesse deroghe e si arriva anche fino ad un anno. La maggior parte sono uomini. Dal primo gennaio scorso ne sono stati aiutati 909. E 171 donne. I richiedenti asilo sono 590 (coloro che non possono tornare nel proprio Paese per paura di subire violenze), i rifugiati veri e propri (coloro che sono perseguitati per le proprie opinioni) sono 151 e i richiedenti per motivi umanitari 221. La maggior parte arriva dal Corno d'Africa (vedi grafico, ndr). Gli eritrei sono il 18,6% seguiti a ruota dagli afghani 17,2%. I somali si piazzano al quinto posto (nel 2010 ne sono stati accolti 64, pari al 5,9%). La Capitale offre la metà dei posti letto previsti dal Sistema di protezione nazionale. Quasi tutti i richiedenti asilo sbarcano al Sud, ma dopo qualche mese si ritrovano già nelle strade di Roma. Maurizio Saggion lavora da anni al Programma Integra del Comune che si occupa di indirizzare i rifugiati nelle varie case di accoglienza: «È molto difficile dare assistenza a tutti coloro che richiedono asilo. Roma è la meta principale dei rifugiati che arrivano in Italia, è per questo motivo che ormai viene chiamata la città del "secondo sbarco". I rifugiati che vengono inviati al Cara di Castelnuovo di Porto fanno parte di grandi gruppi trasferiti da altre zone d'Italia, specialmente dal Sud, in genere per accoglienze straordinarie di emergenza». Tutti gli altri, se non vengono ospitati nei centri comunali, invece, finiscono in edifici occupati o in baracche. Le strutture convenzionate col Campidoglio fanno ciò che possono. Le tre case di accoglienza del centro Astalli, ad esempio, possono offrire cento posti letto. Ogni giorno vengono distribuiti 350 pasti. Il problema però è sempre lo stesso: i soldi. Fornire questo tipo di servizi costa. Le strutture che aiutano i rifugiati in città spendono in media 21 euro a persona al giorno. Circa 31.000 euro per tutti 1.475 immigrati ospitati. In un anno, quindi, si spendono più di undici milioni. Per accogliere tutti gli ottomila immigrati ne servirebbero molti di più. Almeno 60. E se il caos della Libia aprirà le frontiere in maniera incontrollata, per far fronte alla marea di rifugiati, di milioni ne serviranno molti di più.

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