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Dai pm Mambro e Fioravanti

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Giuseppe Valerio Fioravanti

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Molti i «non ricordo» di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro. I due ex esponenti dei Nar, già condannati per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, sono stati ascoltati ieri pomeriggio dai carabinieri del Ros che indagano sul delitto di Valerio Verbano. Sono durati poco gli interrogatori dei due ex terroristi neri, sentiti dagli investigatori che da due anni stanno nuovamente indagando sull'omicidio del diciannovenne assassinato nella sua abitazione il 22 febbraio del 1980. Un atto disposto dalla procura che ha già iscritto sul registro degli indagati due nomi: si tratterebbe di un noto professionista e di un altro ex esponende dell'estrema destra romana. Mambro e Fioravanti, nel corso degli interrogatori, avrebbero più volte affermato di non ricordare i particolari che gli venivano chiesti dai carabinieri del Ros. Davanti al pm Erminio Amelio si sono già seduti un'amica di Verbano e due ex militanti (uno di sinistra e l'altro di destra). L'intenzione di chi indaga è quella di ricostruire le frequentazioni della vittima e le lotte in cui è maturato l'omicidio. Intanto sono in corso gli accertamenti dei carabinieri del Ris sui reperti conservati in questi anni per cercare un'eventuale traccia di dna: si tratta di un bottone, di un paio di occhiali da sole, di una pistola con il silenziatore e di alcuni bossoli. Un cappello e un passamontagna erano andati distrutti. Occhiali e bottone, invece, sono scampati alla distruzione perché sistemati in un posto sbagliato dell'ufficio corpi di reato. I risultati degli esami dovrebbero essere consegnati nei prossimi giorni nelle mani del sostituto procuratore. Non sarebbero comunque ancora terminati gli interrogatori dei testimoni che potrebbero aiutare la procura a dare un nome e un volto agli assassini di Valerio Verbano.

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