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Massacrò la figlia. Assolto

Il luogo davanti all'Altare della patria dove un francese ha ridotto in fin di vita la figlia

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Assolto perché mentre sbatteva la testa di sua figlia sulla scalinata del Milite Ignoto, quella sera del 19 luglio 2008, era incapace di intendere e di volere. Così hanno deciso i giudici della prima sezione del Tribunale su Julien Monnet, accogliendo le richieste del pubblico ministero Mario Palazzi. Il nome del francese, di 37 anni, finì sul taccuino dei giornalisti quando nell'estate di tre anni fa divenne il protagonista di una brutta pagina di cronaca romana. Monnet era in città con la sua piccola Luna, all'epoca di soli quattro anni. Erano arrivati da Parigi con il treno per una vacanza nella Città Eterna. Ma la gita si trasformò in un attimo in tragedia. L'uomo giunse con la figlia a piazza Venezia e d'improvviso diede forma a un gesto folle. Iniziò a sbattere la testa della bambina sui gradini dell'Altare della Patria. Ripetutamente. Fu l'intervento dei vigili urbani a scongiurare la morte. Luna venne portata all'ospedale Bambino Gesù in fin di vita. Restò in coma farmacologico per ore. Fino a quando non riaprì gli occhi, il 2 agosto di quella estate da incubo. Monnet venne accusato di tentato omicidio e contro di lui la Procura della Capitale fece partire un processo. Fino alla sentenza di ieri che lo ha assolto perché quel 19 luglio non era in grado di capire quale gesto stava compiendo. Nonostante la decisione del Tribunale l'avvocato di Monnet, Michele Gentiloni Silveri, farà appello perché convinto che l'uomo non abbia mai commesso il fatto.

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