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Stati Alemanniani

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Gianni Alemanno, sindaco di Roma

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Come tutte le grandi occasioni, anche gli Stati Generali della Capitale non si sono fatti mancare nulla: dall'addobbo del Palazzo dei Congressi, con i maxi manifesti sulle vetrate, il red carpet all'ingresso e banchetti che offrono dei simpatici cubetti antistress. Ci sono poi gli «integralisti», quelli per intenderci che una volta trovato un posto non lo mollano più. Lo occupano per ore, ascoltando tutti e giocherellando con i cubetti antistress, a questo punto indispensabili. Chi tanto e chi niente. Gruppetti di persone, consiglieri, responsabili dei municipi, qualche assessore e molti «capi bastone», se ne stanno fuori dove si fuma e ci si scalda al sole. Qui si parla dei partiti, del Comune, dei «massimi sistemi» della Capitale. Le parole più gettonate sono «aziende» e «parentopoli». Dentro, nei corridoi il tono cambia e si discute di «Olimpiadi» e «finanziamenti statali». Intanto i più curiosi passeggiano nello spazio riservato alla mostra dei progetti che faranno grande Roma. Il Piano Strategico di Sviluppo, infatti, non è un assemblaggio di idee e progetti. È molto di più. A spiegarlo è il sindaco Alemanno nel suo intervento. «È una giornata importante e faticosa ma era necessario metterci la faccia, garantire che Roma sta realmente cambiando: i dati indicano come la città può essere trainante per lo sviluppo del Paese. Anche per questo lanciamo il piano strategico, il primo in assoluto. Siamo in un momento di scarse risorse pubbliche, se vogliamo che la città cresca - ha ribadito il sindaco - dobbiamo far affluire le risorse europee e soprattutto utilizzare quelle private. Il Piano Strategico muove 22 miliardi di investimenti, di questi tre quarti possono essere di privati: possiamo realizzare una crescita del Pil del 3% e spingere dello 0,28 il Pil nazionale. In dieci anni possiamo creare 327 mila nuovi posti di lavoro. Serve comprendere che Roma deve realizzare la propria visione policentrica: vincere la sfida affinché in tutte le periferie ci siano segni di centralità». Alemanno poi vola alto, parla dell'Antica Roma Repubblicana dove sono nati e diffusi nel mondo il diritto e il concetto di cittadinanza. Poi il riferimento alle Olimpiadi. «I Giochi non sono fini a se stessi, ma un modo per accelerare tutto questo. Anche attraverso un'Agenzia di sviluppo della città per fare in modo che tutto sia trasparente. Dopo la nomina di Mario Pescante a presidente del Comitato promotore, spero che l'opposizione ne indichi il vice presidente». Ma della candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020 si parlerà oggi. E le sorprese non mancheranno.

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