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Battaglia tra medici sull'autopsia del pusher Cafasso

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.E quindi va annullata la misura interdittiva della sospensione dell'esercizio di pubblico ufficiale per due mesi, come disposto dal gip. È quanto sostengono gli avvocati del medico, i penalisti Pina Tenga e Annaisa Garcea, che ieri mattina hanno depositato al Tribunale del Riesame l'istanza per chiedere l'annullamento dell'ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari che ha disposto il rito immediato con l'accusa di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale per aver attestato falsamente di aver svolto tutti gli accertamenti sul corpo del pusher. Si tratta di un'accusa ipotizzata in seguito ai risultati di una seconda autopsia sullo spacciatore, chiesta e ottenuta dai legali dei tre carabinieri accusati della morte di Gianguerino Cafasso e di aver preso parte della tentata estorsione ai danni dell'ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, sorpreso in compagnia del transessuale Natalì. «Relativamente agli esami tossicologici sui visceri non esiste la prova della falsità del dottor Iacoppini», scrivono i legali. Davanti al gip Iacoppini ha chiarito «il suo ruolo, specificando di essersi occupato esclusivamente degli esami tossicologici sui liquidi e sulle viscere consegnate precedentemente dal dottor Stefano Moriani (anche lui a giudizio ndr.) specificando che l'esito dell'accertamento analitico viscerale non è stato negativo per morfina e cocaina, bensì è un non risultato attribuibile alla metodologia forenze di Iacoppini».

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