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Laura Candeloro Degrado totale nel bel mezzo di un quartiere residenziale come Monte Amiata in IV Municipio.

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Aridosso del consorzio privato di Prato Rotondo, a valle di ultramoderni stabili di recente costruzione, giace un accampamento di nomadi, in via Monte Artemisio. Sono case su un terreno di proprietà privata, con tanto di fiori, tendine alle finestre e parabole satellitari. Ma sono abusive. Oltre la recinzione, un terreno fiancheggiante, ridotto a vera e propria discarica abusiva con rifiuti di ogni tipo e scarti di materiale edilizio. A viverci, una famiglia di rom che si trincera nel silenzio più assoluto. Bocche cucite davanti al taccuino della cronista: «Non parliamo con i giornalisti, non li vogliamo perché sono già venuti e hanno scritto che qui è tutto abusivo, invece è tutto regolare, proprietà privata» esclama un giovane rom alla guida di un furgone con moglie e figlioletto, mentre esce dalla palizzata che veloce si richiude, con tanto di cartelli «proprietà privata». Mustafà, se così si chiama il proprietario del terreno da trent'anni, non vuole né foto né giornalisti. Le forze dell'ordine e l'Opera Nomadi lo conoscono bene. Ma il degrado, per i residenti che si affacciano nei condomini tutt'intorno, è intollerabile. «Si tratta di abitazioni a nostro parere costruite in modo abusivo, poco più di baracche e il degrado è insostenibile è una cloaca a cielo aperto, i furgoni testimoniano il continuo smercio di ferro. E rifiuti vari – denuncia il presidente del comitato di quartiere www.salviamopratifiscali.org che ci tiene a mantenere l'anonimato. - Ci risulta che siano già stati riscontrati vari reati ambientali, ci sono dappertutto cumuli di ferro abbandonato, le galline e fino a tempo fa anche una pecora. Tutto questo alle spalle di via Prati Fiscali, è intollerabile. Si tratta dell'unica proprietà privata di nomadi esistente in città e chiediamo di verificarne la conformità alle norme edilizie. Notiamo continuamente nuovi nomadi». Un altro residente, che va a trovare sua madre abitante in uno stabile antistante proprio sopra i nomadi, riferisce rumors di quartiere: «Si sente dire che il proprietario subaffitti ad altri nomadi». Poco accanto, il titolare di una pizzeria Livio Maroni, afferma di vederli gettare di tutto nei cassonetti, visto che si occupano anche di svuotare cantine. Mentre si avvicina agli eleganti stabili del consorzio di Prato Rotondo, Fabio, un altro residente, dichiara che, prima del suo arrivo nel 2001, ha saputo dell'originaria esistenza di un campo nomadi abusivo prima della costruzione degli attuali condomini. Laconica una coppia che esce dal consorzio: «Vengono a rovistare immondizia nei cassonetti, con i bimbi piccoli», esclama Emanuela. Insomma, regolari, ma in tutto uguali ai loro connazionali abusivi.

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