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La rivincita dei cacciatori di funghi

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VincenzoBisbiglia Il fungo della discordia pende dalla parte di Civitavecchia, restituendo ai residenti la possibilità di «emigrare» nella vicina Tarquinia e raccoglierne a bizzeffe. La singolar tenzone fra il comune portuale e l'Università agraria tarquiniese è arrivata fino alla scrivania dell'assessore regionale all'Agricoltura, la viterbesissima Angela Birindelli, la cui direzione ha comunicato nero su bianco l'illegittimità del provvedimento ultra protezionistico adottato dall'Università agraria. Qualche mese fa il presidente dell'Ente, Alessandro Antonelli, aveva emesso un'ordinanza con la quale aveva chiuso ai non tarquinesi l'accesso a Pian della Regina, una delle zone più ricche di funghi e sotto la giurisdizione dell'università. Una beffa gigantesca per i mille civitavecchiesi tesserati (più almeno altri quattrocento appassionati micologi provenienti dai paesi limitrofi) che ogni anno raccolgono cinquecento tonnellate di funghi da far bollire in pentola, miceti che non entrano in chissà quale commercio ma che al massimo finiscono nelle fettuccine. Il provvedimento, fortemente contestato dall'assessore al Turismo Alessandro Maruccio ieri è stato delegittimizzato. «La Regione - si legge nella nota - informa che ai sensi della lege 32/98 la costituzione di riserve di raccolta è consentita solo previa autorizzazione motivata dell'amministrazione provinciale in base alla procedura prevista dal comma 5 dell'articolo 6». Soddisfatto Maruccio: «Ritengo che questa sia una vittoria di tutti i cittadini che vedevano negarsi un diritto e di chi si è battuto per ottenere la cancellazione della riserva. D'altra parte, era talmente evidente l'illegittimità di un provvedimento di stampo feudale che non si poteva fare altrimenti». A questo punto, la riserva dovrebbe essere ritirata e il protezionismo vanificato. Ma il presidente Antonelli sembra non voler mollare: «La nota emessa dalla Regione Lazio è un atto inutile, politico, privo di alcuna valenza legale e impositiva, viziato da incompetenza, tanto a livello funzionale, quanto per l'ignoranza sulla questione».

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