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Omaggio a Malcolm X

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diDINA D'ISA Sono trascorsi quasi vent'anni dall'uscita del film di Spike Lee «Malcolm X», ma quelle vicende e quelle atmosfere restano ancora vive nel cuore della gente. Quella X messa al posto del suo cognome era una concreta indignazione di Malcolm alla sottomissione degli afroamericani all'influenza bianca, nonostante tutti i diritti di uguaglianza conquistati sulla carta, in un contesto storico che vedeva i Paesi occidentali sempre più democratici e civili. Malcolm, sconsigliato dal suo prof a terminare gli studi, non prese la laurea di avvocato. Poi rifiuterà i lavori umili per finire nella delinquenza di Harlem e in carcere. Qui conoscerà Muhammad, esponente della Nation of Islam (NOI) che si batteva per una nazione nera americana e Malcolm diventerà suo vice. Ma quando Muhammad sarà travolto da scandali sessuali (molestava le sue ex segretarie) Malcolm inizierà a dialogare politicamente con tutti i bianchi sinceramente coinvolti nel problema razziale. Sarà però troppo tardi. Il film rievoca tutto ciò oltre ai suoi momenti romantici: con la sua amante bianca sulla spiaggia, nei locali ballando il boogie woogie fino al dramma finale. Il suo messaggio è andato ben oltre la difesa dei diritti degli afroamericani contro il segregazionismo in America. Dall'infanzia a Lansing, nel Michigan, fino a Boston, dove lavorava come lustrascarpe, vivendo anche il mondo delle sale da ballo e delle grandi orchestre jazz. Quindi l'esperienza del carcere, la conversione all'Islam, gli anni del suo attivismo per i diritti degli afroamericani fino al suo assassinio, nel 1965. Tutto questo è stato tradotto anche in musica jazz, intensa e incalzante, fatta di melodie struggenti e di accelerazioni improvvise. A realizzarla è stato il compositore e sassofonista Francesco Bearzatti nel progetto «X (Suite for Malcolm)», disco inciso per Parco della Musica Records. Si tratta di un concept album sulla figura del leader afroamericano che ha anche influenzato l'immaginario dei jazzisti (e non solo). Un lavoro discografico già pensato per la dimensione live (con proiezioni di Antonio Vanni e illustrazioni di Francesco Chiaccio) che sarà presentato domani nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium parco della Musica (alle 21). La performance, rodata in più di 60 live in tutto il mondo con la Suite for Tina Modotti, è esaltata dalla forza delle immagini. Ad aprire il concerto sarà Don Pasta, tra canzoni, letture, poesie e vinili, per raccontare il legame indissolubile tra musica afroamericana e movimenti di protesta neri. Francesco Bearzatti Tinissima Quartet è stata giudicata la migliore Formazione dell'anno, che offre atmosfere liriche e raccolte con sonorità rock, dance e hip hop. Con Francesco Bearzatti (sassofoni, clarinetto, xaphoon, electronics) Giovanni Falzone (tromba, human effects) Danilo Gallo (contrabbasso, basso elettrico) Zeno De Rossi (batteria e percussioni).

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