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I mille progetti di Orsi E l'autista finisce in Ama

Orsi

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Francesco Maria Orsi, il consigliere comunale Pdl indagato per corruzione riciclaggio e droga, non ha mai avuto uno stretto rapporto con la politica. Viene da un altro mondo. Quello immobiliare e assicurativo. Ma quando è stato eletto al Campidoglio ha dato subito modo di far capire che non se ne sarebbe stato a braccia conserte. «Aveva centinaia di progetti», dicono alcuni consiglieri comunali che preferiscono restare anonimi. E una cosa aveva capito bene: nel mondo degli affari pubblici una cortesia può valere un voto. Specialmente se a beneficiarne è un amico fidato. Così nel 2010 finisce all'Ama il signor Paolo Vitale. Un nome che ai più non dice nulla. Ma nell'emisfero del consigliere conta non poco. Vitale è stato infatti l'autista di Orsi fino al 2009. Fino a quando, nell'infornata del 2010, finisce per essere assunto dalla municipalizzata come operatore ecologico. Vitale è inoltre amministratore di una società che si chiama Lloyd Team Service, che opera nel campo del marketing e della comunicazione. Società che fa capo a Francesco Maria Orsi. Cortesie e progetti. Anche un po' bizzarri. Ne è un esempio la richiesta che fece all'ormai ex assessore alla Cultura Umberto Croppi. Il consigliere era stato appena designato dal sindaco suo delegato all'Expo di Shanghai. Andò da Croppi: «Umberto voglio chiederti una cortesia: mi potresti prestare la Bocca della Verità? La voglio portare a Shanghai e mettere nello stand italiano». Racconta chi ha assistito alla conversazione che Croppi per poco non scoppiò a ridere. «Ma che dici? A parte che è dello Stato e non è nostra - rispose l'ex assessore - ma è come chiedermi se posso darti la Fontana di Trevi». Richiesta bocciata. Anche se un paio di mesi dopo Orsi andò di nuovo all'attacco e dalla Cina iniziò a tempestare Croppi di sms chiedendo ancora la Bocca della Verità, o in sostituzione la Mano del Colosso che è esposta ai Musei Capitolini. A Shanghai non arrivò mai nulla di simile. Era la seconda volta che l'ex assessore dovette insistere per far capire che queste idee non erano valide. Successe anche con il progetto Vadis. Orsi voleva ripristinare la corsa con le bighe al Circo Massimo, costruendo per tre mesi l'anno uno stadio intorno al quale avrebbero corso i cavalli in carrozza. Bocciato anche quel progetto. L'ennesimo stop da parte dell'assessorato alla Cultura arrivò quando Orsi chiese come sede della sua nuova associazione «siAmo Roma» una torretta dentro villa Borghese. Sarebbe invece riuscito a far ottenere al gestore della discoteca Art Cafè i permessi per aprire nell'estate del 2009 a piazza di Siena. Poi, come un re, nelle notti romane si recava al locale (anche con altri consiglieri del Comune) per ballare. «Prestato alla politica è dire poco», raccontano quelli che con lui dividono l'Aula Giulio Cesare. Dicono che Gianni Alemanno, in realtà, non lo conosceva prima delle ultimi elezioni. Fu portato alla sua corte da due uomini: Potito Salatto e Antonio Lucarelli. Il primo è un eurodeputato Pdl area Forza Italia, il secondo è il capo segreteria del sindaco. Chi ricorda Orsi in campagna elettorale dice che si è distinto solo per un fatto: aver investito soldi più di altri per farsi eleggere consigliere. Del resto lui veniva da un altro mondo. Quello del business.

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