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"Alla gogna chi fa il suo dovere"

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Sigilli alla villa di Luisa Todini a Roma (foto GMT)

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«Mi sento beffata due volte . Ho comprato un immobile che aveva un condono avviato e libero da vincoli. Poi, appena mi sono accorta che ci potevano essere dei problemi, ho chiesto alla Regione di indagare. E cosa è successo? Che mi sequestrano la villa e appaio come quella che commette abusi a casa sua». Luisa Todini oltre ad essere una delle più grandi imprenditrici d'Italia è anche presidente della Federazione delle imprese europee di costruzioni. E proprio non ci sta a passare come chi ha commesso abusi edilizi. Per giunta a Villa Ada, per la precisione in via Panama 29A, dove l'ufficio antiabusivismo del Comune le ha sequestrato casa. In pratica, una parte della villa sarebbe fuorilegge: le variazioni effettuate per la chiusura della veranda e il cambio di destinazione d'uso del garage a civile abitazione non sarebbero compatibili con la domanda di condono edilizia presentata. Il tutto senza la necessaria autorizzazione paesaggistica della Regione. Todini è su tutte le furie: «Per il ruolo che ricopro ho il dovere di fare le cose meglio degli altri. Mi sento truffata». Addirittura truffata? «Sicuramente truffata psicologicamente. Ho agito nel pieno rispetto delle regole. Io non ho fatto alcun lavoro, quindi non posso aver commesso abusi».  Ma lei ha aperto un cantiere per dei lavori di ristrutturazione. «Certo, ma quei lavori non sono mai partiti. Ho fatto solo delle indagini nel sottosuolo e avviato opere di consolidamento. Basta ripercorrere i tempi dell'intera vicenda. Ho firmato l'atto di compravendita con la società Pasquino di Aldo Salini &C nel febbraio 2010. Quell'atto stabiliva che l'immobile era privo di vincoli e che una pratica di condono era stata avviata. Non da me, ma dal precedente proprietario. E sono proprio quei lavori oggetto del condono che oggi vengono ritenuti abusivi». Lei non sapeva che c'erano ancora abusi edilizi? «Ovviamente no. Ad aprile ho aperto la Dia (denuncia di inizio attività, ndr) per alcune ristrutturazioni. Lavori che non sono mai partiti perché mi sono accorta che c'erano problemi. A metà giugno ho chiuso il cantiere e a settembre mi sono rivolta alla Regione affinché eseguisse tutti i controlli del caso. Quei lavori che oggi vengono contestati non li ho fatti io. Tanto che il proprietario precedente aveva avviato la pratica di condono. Sono io la parte lesa». Quindi si rivolgerà alla magistratura? «Farò tutto ciò che posso. Voglio precisare che le indagini non sono rivolte verso di me, ma nei confronti del proprietario precedente che probabilmente sarà stato pure in buona fede. Tra l'altro, l'immobile prima del 2006 era di proprietà del Comune. Se verrà fuori che sono stati commessi abusi chiederò l'annullamento dell'atto di compravendita e mi devono ridare i soldi». Quanto ha speso per questa casa? «Il punto che mi sta a cuore non è certo il danno patrimoniale anche se è innegabile che ci sia stato. Ho pagato 2,5 milioni di euro. Quella doveva essere la casa dove avremmo vissuto mia figlia ed io. Mia figlia l'ho anche iscritta a una scuola vicino proprio a Villa Ada. Attualmente siamo in affitto e a questo punto penso che sarò costretta a rimanerci. Insomma, oltre al danno la beffa». Perché si sente beffata? «Perché le indagini che hanno portato al sequestro sono scattate da una segnalazione della Regione. E alla Regione ero stata io a rivolgermi. Se il condono non è regolare, perché l'ufficio antiabusivismo non si è mosso nel 2008 quando la pratica è stata istruita? Io, lo voglio ricordare ancora una volta, ho comprato solo nel 2010 e nessuna irregolarità era mai stata eccepita. La verità è che in questo Paese se fai le cose per bene ti massacrano».

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