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I conti sui rifiuti non tornano

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Sotto inchiesta la discarica di Albano. La Procura di Velletri ha acceso i riflettori sulla "contabilità" dell'invaso. I magistrati vogliono verificare se l'immondizia scaricata coincide coi soldi pagati dai Comuni per la quantità di rifiuti che producono e portano in discarica. Gli accertamenti sono affidati ai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Roma. Richieste di documentazione sono state inviate ai Comuni di Albano, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio, Marino, Nemi, Pomezia e Rocca di Papa. I militari vogliono avere le fatture emesse a favore della società che gestisce la discarica - la Pontina Ambiente - dal 1° gennaio 2005 a oggi, «avendo cura di precisare quali di queste sono state liquidate». Le curiosità dei magistrati vanno oltre. Riguardano anche le condizioni ambientali della discarica. I pm hanno chiesto «i verbali di ispezione di sopralluogo dell'Arpa, dal 1° gennaio 2008 a oggi. E i rapporti di prova relativi ai controlli effettuati sulle diverse matrici ambientali», sempre nello stesso arco di tempo. Non vengono tralasciate neppure le carte regionali. Cioè: «Elaborati progettuali dell'impianto di discarica per rifiuti non pericolosi, con particolare riferimento a 4°, 5° e 6° livello dell'invaso. Relazioni tecniche e descrittive delle indagini geologiche e idrogeologiche e di quelle riferite agli impianti tecnologici (antincendio, di captazione biogas, raccolta percolato e altri)». A fine 2010, per evitare che Albano non ricevesse più rifiuti perché stracolma e scongiurare un'emergenza modello Napoli, la presidente del Lazio Renata Polverini ha firmato un'ordinanza che alza i limiti della discarica. Di due invasi su sei in totale. «Le quote degli invasi IV e V risultano essere ancora inferiori rispetto a quelle del VI di circa 10 metri - scrive la Polverini - e le verifiche confermano geotecniche dimostrano che un'eventuale sopraelevazione di circa 10 metri non produrrà alcun danno».

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