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Liberi a dicembre e assassini a gennaio

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GENZANONon lo saluta, lui lo ammazza infilzandolo al petto con un punteruolo o qualcosa di simile. Ha ancora le mani sporche di sangue, Hazmab Herraz quando i carabinieri di Genzano lo trovano accovacciato in terra nei pressi dell'Olmata poco dopo quello che, nella nottata, è diventato il secondo omicidio in due giorni ai Castelli Romani. Sono le 19.45 di sabato sera quando al 118 e al 112 arriva la segnalazione di una lite finita male in via Vittorio Veneto, nella zona di Genzano nota come quella dell'Olmata, nei pressi di piazza Dante. Poco prima Hazmab Herraz, marocchino di 21 anni, incontra Valentin Daniel Marin, coetaneo romeno suo conoscente. Lo saluta, questi non risponde. Lui si offende e da lì inizia la discussione. Dai toni grossi passano alle mani, alcuni romeni, amici di Valentin cercano di separarli ma il marocchino prende una sorta di punteruolo che ha in tasca e colpisce colui che gli ha «mancato di rispetto» al collo, al labbro e al petto, precisamente nella zona dell'emitorace sinistro. Lui stesso resta ferito a una mano prima di darsi alla fuga. Valentin è a terra in una pozza si sangue. I suoi amici chiamano i soccorsi. Quando arrivano i carabinieri, i sanitari del 118 stanno già portando via il ventunenne che respira ancora. Una corsa contro il tempo, arrivano all'ospedale di Albano dove il giovane muore nella nottata. Nel frattempo i carabinieri di Genzano e con loro il capitano Marco Piras – comandante della compagnia carabinieri di Velletri - impegnati sabato con più pattuglie in un servizio di prevenzione nei luoghi di aggregazione giovanile, in seguito all'omicidio della notte precedente in cui ha perso la vita un altro ventenne, dopo aver ascoltato le prime testimonianze si sono messi alla ricerca del marocchino, trovandolo poco dopo. Sarebbe stato lui stesso a dire di essersi arrabbiato per un mancato saluto. «Oggi si muore per uno sguardo, per un mancato saluto, ma dove siamo arrivati?», questo il commento di una signora che ieri mattina si è messa le mani in testa quando ha saputo che vicino casa sua, qualche ora prima, si era consumato un crimine così efferato. Eppure il marocchino, accusato in un primo momento di tentato omicidio, poi di omicidio volontario, era incensurato a differenza della vittima che aveva precedenti per furto. Il giovane romeno viveva da anni a Genzano con la sorella, il cognato e il fratello, in una casa proprio vicina all'Olmata. Faceva il manovale ed era un «gran lavoratore». Hazmab Herraz non aveva invece una casa, dormiva in luoghi di fortuna. Ora ha un posto letto nel carcere di Velletri dove sarà a breve interrogato dal Gip che dovrà convalidare l'arresto. Al momento l'arma del delitto ancora non è stata trovata. Mic. Gal.

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