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I pittori sono tutti abusivi

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Ipittori di strada da cinque anni non hanno più nessun permesso che li autorizza a dipingere in città. Sono praticamente tutti abusivi. Una situazione paradossale. Dal 2006 il Municipio del centro storico non emana più i bandi che annualmente rinnovavano le autorizzazioni. Nel 2007 l'allora giunta Veltroni pensò ad una delibera che regolasse una volta per tutte questa professione artistica. Ma poi non se ne fece niente. Da allora, per sedersi su uno sgabello e aprire una tavolozza in piazza Navona o in una delle altre storiche piazze di Roma non serve alcun permesso. È una terra di nessuno dove chiunque si può inserire. Dove i falsari o i pittori fai-da-te prolificano. Il delegato capitolino al centro storico, Dino Gasperini, ha preparato un regolamento che disciplina una volta per tutte la materia. Aspetta solo di essere discusso in Consiglio comunale. I pittori del centro storico, riuniti in un'associazione che conta più di cento artisti chiedono di non aspettare ancora: «Non si può andare avanti così - dice il vicepresidente e ritrattista Adriano Lazzaro - l'assenza di regole fa sì che chiunque si metta dove vuole. E pensare che nel 2004 fu fatto anche un esame (passarono in 110) sotto il controllo dell'Accademia delle Belle arti. Esame che doveva servire proprio ad accedere ai bandi. Bandi che poi, invece, non sono stati più fatti». È proprio questo il vero problema. Le autorizzazioni ad aprire una postazione di pittura che non sono state più rilasciate. «Prima a piazza Navona c'erano circa una settantina di pittori autorizzati (erano previsti anche dei turni) - ricorda Lazzaro - oggi invece, in certi giorni dell'anno, se ne contano molti di più. Accanto ai veri artisti c'è chi vende stampe o quadri comprati chissà dove. Chiediamo solo che chi ha esercitato la propria arte regolarmente per anni possa continuare a farlo». Oggi, in pratica, i pittori che vediamo in strada si autoregolamento da soli. Cercano di concentrarsi nei luoghi storici dove hanno sempre lavorato senza creare troppi problemi a traffico e passanti. In questo modo si va avanti per quieto vivere. Chi si espande troppo viene multato. Molti pittori che possedevano le autorizzazioni prima del 2006 continuano ancora oggi ad esprimere la loro arte nelle stesse piazze di allora. Nel caso vengano multati dai vigili urbani per occupazione abusiva di suolo pubblico, questi pittori ricorrono al giudice amministrativo sostenendo che i vecchi diritti non sono andati persi dal momento che sarebbe stato compito dell'amministrazione locale rinnovare i vecchi bandi scaduti. Intanto i contenziosi si moltiplicano. Il regolamento preparato dal delegato del sindaco prevede 71 postazioni di occupazione di suolo pubblico per pittori, ritrattisti e caricaturisti. Riduce sensibilmente i pittori in città dal momento che autorizza solo tre zone dove poter dipingere e vendere quadri: sono piazza Navona (44 posti), Trinità dei Monti (12 posti) e il ponte degli Angeli (15 posti) proprio davanti a Castel Sant'Angelo. In realtà i pittori di questa suddivisione sono convinti a metà: «I posti sono pochi e sul ponte d'inverno sarà difficile dipingere col freddo e il vento». Se il nuovo regolamento verrà approvato non ci potranno più essere pittori al Colosseo, a Fontana di Trevi, in piazza di Pietra e in nessun altro punto della città diverso dai tre prestabiliti. Ma non finisce qui. Per poter diventare pittori di strada bisognerà avere un vero e proprio curriculum artistico che dovrà essere valutato da una commissione tecnica. L'«anzianità» di strada, ovvero il numero di anni durante i quali si è dipinto con regolare concessione, contribuirà a far scalare la graduatoria. La ratio è: meno pittori, ma anche meno ciarlatani e più decoro. Perché finisca una giungla dove chiunque si può improvvisare pittore di strada.

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