
«Tredici a tavola» per brindare contro la superstizione

Dellostesso autore rappresentano adesso «Tredici a tavola», al Teatro Anfitrione fino al 6 febbraio, nella traduzione e adattamento di Giovanni Antonucci. In scena per la prima volta a Parigi nel 1953 e subito dopo proposta con altrettanta fortuna sui palcoscenici di tutto il mondo, «Tredici a tavola» è una rappresentazione, di comicità irresistibile, del diffuso luogo comune che avere tredici persone a tavoli porti sfortuna e che è necessario evitarlo, costi quel che costi. La sera di Natale i coniugi Villardier aspettano i loro amici per passare insieme la festa in allegria. Maddalena è superstiziosa e una serie di circostanze mettono a rischio la cena per il numero non previsto di ospiti. Il medico di famiglia è chiamato per un parto prematuro, mentre improvvisamente irrompe nella loro casa Consuelo, una pericolosa conoscenza di Antonio Villardier. Il finale sorprenderà gli spettatori, con una serie di colpi di scena del tutto imprevedibili. La commedia è interpretata da Sergio Ammirata e Patrizia Parisi, una coppia, in scena e nella vita, specialista del teatro comico e brillante. Li affiancano, nella regia briosa di Sergio Ammirata, Giorgio Giacomin, Anita Pititto, Enrico Pozzi, Margherita Lamesta Krebel, Antonio Brancati e Vittorio Aparo. G. A.
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