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Pastori bloccati al porto

I pastori sardi bloccati al porto di Civitavecchia

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CIVITAVECCHIA L'obiettivo, quello di far sentire la propria voce, è stato raggiunto. Sono state le modalità ad essere state contestate dalle forze dell'ordine che si sono trovate di fronte ad una «manifestazione non autorizzata». Risultato? Nessun blocco dell'autostrada come previsto, nessuna possibilità di raggiungere Roma con i pullman o con i treni. Questo è quanto accaduto ieri quando circa 200 allevatori del «Movimento Pastori Sardi» sono sbracati nel porto di Civitavecchia dalla nave arrivata da Olbia. Ad attenderli un ingente dispiegamento di forze dell'ordine, con la presenza anche del vicario del questore di Roma. La loro intenzione era quella di bloccare l'autostrada A1 Milano-Napoli, all'altezza dello svincolo Bufalotta. «Volevamo solo portare la nostra protesta pacifica a Roma» hanno invece ribattuto, continuando a chiedere contributi per il settore ed un equo prezzo per il latte ovi-caprino, oggi arrivato a 0,50 euro al litro, contro le 1400/1800 lire degli anni '90. Da qui la manifestazione a Roma, terminata però a Civitavecchia, dove Polizia e Carabinieri hanno impedito ai cinque pullman previsti per il trasferimento, la partenza verso la Capitale. Attimi di tensione alla banchina 18 del porto, con le forze dell'ordine pronte ad identificare uno per uno i manifestanti, impossibilitati ad uscire dall'area. «Ci stanno sequestrando» ha urlato qualcuno. Da lì il tentativo di sfondare il cordone di polizia, con due manifestanti denunciati in stato di libertà per resistenza a pubblico ufficiale, e tutti per manifestazione non autorizzata. Poi il nervosismo è scemato, con i manifestanti che si sono avviati, in corteo, verso la stazione ferroviaria. Anche qui, però, sono stati bloccati di nuovo, senza poter salire sui treni per raggiungere la stazione Termini. Molti hanno così preso un taxi per Roma, altri si sono allontanati alla spicciolata, rimanendo tutto il giorno in città in attesa della nave delle 22.30 per tornare a casa.

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