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Niente dialisi all'ospedale Grassi Da sabato i malati a Roma

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Mentrea Fiumicino raccoglie polvere il centro dialisi, pronto dal 2008 e mai inaugurato. Sono preoccupati i 345 pazienti dializzati della Asl Roma D. Il piano regionale prevede l'accorpamento dei quattro posti di degenza del nosocomio lidense al reparto del Policlicnico Luigi Di Liegro di Roma: letti ed un'assistenza specifica per centinaia di pazienti, per cui l'associazione Malati di reni ha combattuto molto fin dalla petizione del 2003. Quattromila firme per avere un mini-reparto ad hoc al Grassi, diventato realtà lo scorso anno con i quattro posti letto, coordinati dal primario Massimo Morosetti, che registrano un tasso di occupazione del 120 per cento. «È evidente che si tratta di posti letto indispensabili –-spiega Roberto Costanzi, segretario dell'associazione Malati di Reni - Al Di Liegro l'efficienza è massima ma è lontano 35 chilometri da Ostia e non ci sono servizi importanti come la rianimazione. Al Grassi poi il personale conosce la storia clinica di ogni malato. Togliere quei posti significa penalizzare 400 pazienti». Il piano regionale però quel 120 per cento non lo ha mai calcolato perché i dati record sono stati registrati negli ultimi mesi, mentre i tagli erano stati stabiliti sulle cifre del 2009. Solo al Grassi al momento sono seguiti 90 pazienti trapiantati che hanno un disperato bisogno di quei posti, per non parlare dei dializzati in genere (345), malati costretti dalle patologie da cui sono affetti, a recarsi tre volte a settimana ai centri dialisi. Di questi, 28 risultano residenti a Fiumicino, 7 in dialisi al Grassi, 6 alla Villa del Lido e i restanti nei presidi romani. «Urge l'apertura di un nuovo centro dialisi - aggiunge Costanzi - In via Giovanni Cena a Fiumicino la struttura è pronta con tanto di macchinari installati dal 2008, ma ancora non è stata aperta. Abbiamo scritto più volte a Regione e Asl sia riguardo i posti letto al Grassi sia della mancata apertura a Fiumicino. Speriamo di avere risposte al più presto, siamo pronti a mettere in atto forme di protesta per difendere i diritti di oltre trecento malati».

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