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La dieta del coccodrillo

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Inrealtà avremmo dovuto dirvelo prima. Sì, perché la dieta post-abbuffata natalizia andrebbe preceduta da due settimane di sobrietà gastronomica e di leggera attività sportiva. Una bella camminata ogni mattina, per intenderci. L'obiettivo è perdere un paio di chili, gli stessi guadagnati tra la cena del 24 e la «consumazione» degli avanzi a Santo Stefano. Una maratona di settantadue ore che al risveglio viviamo quasi tutti con lo stesso atteggiamento colpevole di un coccodrillo satollo e piangente. Senso di colpa che cerchiamo di cancellare con digiuni monacali, alimentazione dissociata e sforzi atletici da far impallidire Conan il Barbaro. Niente di più sbagliato, perché in questo modo si unisce il danno al danno. «Prima di Natale bisognerebbe aumentare il dispendio energetico e attivare il metabolismo con una camminata quotidiana di 30-40 minuti a passo svelto - osserva il professor Pietro Migliaccio, presidente della Società italiana di scienza dell'alimentazione - È necessario, poi, ridurre la quantità di cibo per perdere un paio di chili in 10-15 giorni». E tra una mangiata e l'altra? «Anche in questo caso bisogna muoversi e, se possibile, fare uno dei due pasti della giornata a base di frutta e verdura», aggiunge Migliaccio. Va bene. Ma ormai siamo al dopo. Alla sindrome del coccodrillo, appunto. E, allora, che fare il day after? «Dopo l'abbuffata festiva, nel corso della quale si può tranquillamente mangiare di tutto, si passa a quella che viene definita una "dieta da compenso" - sottolinea il nutrizionista - Significa un regime alimentare corretto ed equilibrato per un'intera giornata. Ad esempio, la mattina colazione con latte parzialmente scremato, caffè, due fette biscottate o 30 grammi di pane con due cucchiaini di marmellata. E stiamo sulle 130 calorie. A pranzo carne o pesce, circa 130 grammi di peso a crudo, un cucchiaino d'olio, verdure e 40 grammi di pane. E così arriviamo a 350 calorie. A cena, infine, 80 grammi al massimo di formaggio, un uovo con due bianchi e 40 grammi di pane. E sono altre 350 calorie». Se vogliamo, possiamo anche inserire, a metà mattinata, un mandarino o un kiwi. E adesso vediamo di sfatare alcuni luogi comuni, in certi casi anche pericolosi o, come si dice, nocivi alla salute. Cominciamo con le diete dissociate. Non è vero che non fanno ingrassare. Ma è vero che a lungo andare impediscono l'assorbimento di ferro e calcio. Quelle iperproteiche e prive di carboidrati, poi, possono creare problemi ai reni e al fegato. E l'overdose di sport che segue l'abbuffata, il cosiddetto «suicidio palestrale»? È sconsigliabile a chi è già ben allenato, figuriamoci agli amanti di poltrone e divani che s'improvvisano Schwarzenegger un giorno all'anno. Andiamo avanti. Il digiuno totale «è una falsa credenza», spiega Migliaccio. E la sauna pura illusione, perchè «i liquidi che fa perdere si recuperano in poche ore». Qualcuno ha addirittura consigliato alle casalinghe di incrementare l'attività domestica per dimagrire dopo cenoni e pranzoni accanto all'abete. Migliaccio, però, fa notare che «il dispendio di energie è limitato anche per la ripetitività dei gesti». E propone: «Le massaie interrompano i lavori di casa, delegandoli al marito, e si vadano a fare anche loro una bella passeggiata...». Per concludere, tenendo sempre presente che la dieta è personale, quanto affidamento possiamo dare a quelle televisive che hanno un così grande successo di pubblico? «Come si dice, in Italia ci sono 60 milioni di Ct della Nazionale. E, visto che tutti mangiano, tutti si credono in diritto di somministrare una dieta - replica Migliaccio - Perché in queste trasmissioni non c'è il nutrizionista? Semplice, perché l'obiettivo non è informare, ma raggiungere un certo punteggio di share».

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