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Ventotene perde indagati

Da sinistra Sara e Francesca morte tragicamente durante una gita scolastica a Ventotene

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Erano in dieci, sono rimasti in cinque. Le indagini sull'inchiesta per il crollo di Ventotene è stata chiusa. E gli indagati sono dimezzati. Il pm Vincenzo Saveriano, titolare dell'inchiesta sulla morte di Sara e Francesca, ha inviato gli avvisi di chiusura delle indagini solo a 5 dei 10 indagati per il crollo del masso di tufo su Cala Rossano, che il 20 aprile schiacciò le due studentesse tredicenni della «Anna Magnani» in gita scolastica a Ventotene. Ora hanno un termine per presentare una memoria difensiva, o chiedere di essere interrogati dal pm. E solo dopo il pubblico ministero potrà formalmente chiedere al gup il rinvio a giudizio. All'inizio dell'inchiesta gli indagati erano una decina: sette tra funzionari della Regione Lazio e dell'Autorità di Bacino della Regione insieme con l'ex sindaco di Ventotene, l'attuale primo cittadino dell'isola e il tecnico del settore urbanistico del Comune. E sul web da due giorni c'è l'appello per la sicurezza nei campi scuola, cliccatissimo, lanciato dal papà di Sara, Bruno Panuccio: chiede che siano escluse dalle mete i luoghi a rischio. «In questo periodo in tutte le scuole ci si organizza per la scelta della destinazione dei campi scuola primaverili» scrive Panuccio che esorta studenti, insegnanti e genitori, e tutti quelli con senso civico a fare «autodifesa». «Chiedete - continua il papà di Sara - che i luoghi prescelti offrano la massima garanzia di sicurezza e la tutela dei visitatori» e «punite con l'esclusione chi ha dimostrato di non avere alcun riguardo per la vita altrui, ma di anteporre i propri interessi economici». E conclude: «sarà di esempio e monito per chi fa del turismo il cardine economico».

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