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Colonnine sos. Queste sconosciute

Le colonnine Sos nelle stazioni della Capitale

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Abbiamo fatto la prova. Le colonnine «Sos» ci sono, e funzionano. Basta spingere il bottone per sentirti rispondere: «Polfer» o «Sala sistema Roma». Peccato, però, che i pulsanti per l'emergenza non li conosca nessuno. Alla domanda: «Se vi servisse aiuto sapete che potete chiederlo spingendo un pulsante?» i passeggeri interpellati, nelle stazioni prese a campione, ci hanno chiesto: «Dov'è?». Eppure le colonnine gialle sono visibili, ma spesso hanno perso la scritta in rosso, o sono girate verso un ostacolo che nasconde il pulsante. Vale perciò la pena di ricordare che l'annuncio del Campidoglio di installare 31 colonnine «sos» in 14 stazioni della linea Roma-Viterbo (Cesano, Olgiata, La Storta, La Giustiniana, Ipogeo degli Ottavi, Ottavia, San Filippo Neri, Monte Mario, Gemelli, Balduina, Appiano, Valle Aurelia, San Pietro e Quattro Venti) e di ritinteggiare i muri imbrattati dai writers sono promesse mantenute. Anche sulla linea Roma-Fiumicino Aeroporto dove sono attive 10 colonnine tra Villa Bonelli, Magliana e Muratella. E ci sono anche le telecamere. Ma i vandali se ne infischiano. Si fermano solo se ci sono pattuglie di forze dell'ordine. Villa Bonelli Sembra un'altra. Ripulita, imbiancata, e ci sono pure i «corrimano» in entrambi i lati. Ma stanno già torando le scritte con la vernice spray. E nel parcheggio Atac il custode, Lino, spiega che non può impedire l'ingresso dei furgoni sgangherati dei nomadi. Pagano il biglietto una volta, e poi «ciaoo!». Muratella Ripulita, imbiancata, con l'uomo che raccoglie le cartacce. Ma sarebbe davvero un altro vivere se non ci fossero i nomadi del campo abusivo in via Marchetti. Continuano a distruggere la collina Alitalia e terrorizzano la vita a passeggeri e turisti con gli scippi, e agli impiegati che lavorano in zona distruggono le auto al parcheggio. La Storta Da settimane il parcheggio è al buio. A che servono le telecamere se l'area non è illuminata?   Ipogeo degli Ottavi Senza luce la zona parcheggi con fermata degli autobus. E spesso uno dei due ascensori si blocca. E i diversamente abili restano dove sono. Trema quello in funzione, la pulsantiera è danneggiata; qualcuno ci ha pure urinato, e le porte si aprono a stento fra rumori metallici. Davanti a uno degli ingressi c'è un motorino rubato, depredato di pezzi e abbandonato. E i vandali sono tornati a imbrattare i muri ritinteggiati. E alcune plafoniere stanno per cadere. Ottavia È lo scalo ferroviario più imbrattato dai vandali che hanno pure cercato di sfondare la serranda di uno dei locali annessi. Sul tettuccio in plastica dell'ingresso, in parte squagliato con una fiamma, si trovano una ruota di bicicletta e un vetro frantumato di una finestra superiore. Ai binari gli alloggiamenti degli estintori sono vuoti, una panchina è stata quasi divelta, gli ascensori funzionano male e tremano (in uno, la telecamera è stata spostata dalle vibrazioni e non inquadra più l'interno). Come per le altre stazioni, tre pannelli su quattro non hanno più le tabelle con gli orari dei treni. San Filippo Neri Pattugliata da due vigili urbani anche per la presenza dell'attiguo ospedale, qui è difficile trovare muri imbrattati. Ai binari i soliti estintori mancanti, nel sottopasso un segnale rosso di allarme antincendio lampeggia inutilmente, una delle scale mobili è bloccata. E il parcheggio è un fazzoletto per 30 auto, l'alternativa quello dell'ospedale a pagamento. Monte Mario È un cantiere aperto, alcuni operai stanno sostituendo i pavimenti-guida per non vedenti e le lampade. Le scale sono a effetto «patchwork»: per ripararle non ci sono più elementi originali e il risultato è un guazzabuglio di colori. Una scala mobile è paralizzata, e gli anziani salgono a piedi. Sparito un estintore.

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