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La collina trascina l'acquedotto

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Acqua Si temono nuovi smottamenti: protezione civile allertata

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Tantoche Palazzo del Pincio ha avviato l'iter di richiesta del riconoscimento di calamità naturale, primo passo per poter mettere in piedi investimenti tali da mettere al riparo la città da fenomeni come quello vissuto. Questo quanto emerso ieri dal summit tra i tecnici del Comune e i vertici delle Holding, proprietari e gestori della rete idrica interessata, hanno fatto il punto della situazione. A breve scadenza comunque lo stato di crisi non è considerato terminato: se gli uomini, dopo cinque giorni (e talvolta notti) di durissimo lavoro hanno potuto far ritorno a casa, i mezzi sono rimasti a Casale Ciccognale, nell'impervia zona dove si è verificata la frana. Questo perché si teme che il movimento della collina, ancora in atto, possa creare nuovi danni alle tubazioni del Nuovo Mignone, che da lunedì a venerdì è stato necessario riparare per ben quattro volte. Inoltre, va ancora ripristinata anche la condotta dell'Oriolo, anch'essa messa fuori uso. A media scadenza, invece, si lavora su un altro binario: quello della messa in sicurezza della zona da un lato e del reperimento di fondi per rinnovare la condotta dall'altro. Di come adoperarsi per ridurre la frana si parlerà martedì a Tolfa in un vertice con l'Università Agraria, proprietaria dei terreni; lo stato della condotta, lunga venti chilometri (da Canale a Poggio Capriolo) e vecchia di quarant'anni, sarà il tema degli incontri programmati per giovedì a Palazzo Valentini (con Provincia e Genio Civile) e in Regione. L'obiettivo, come ha spiegato il presidente di Holding Infrastrutture Salvatore Steri, è quello di trovare fondi per rifare daccapo una infrastruttura troppo fragile. Nel contempo, però, c'è il bilancio di una situazione non facile che ha riguardato ventiduemila persone ed è stata gestita, assicura il presidente di Hcs Massimo Boschini, nel migliore dei modi. «La nostra struttura ha saputo in tempo reale del'esistenza di un guasto e l'ha trovato in tempi rapidi, operando in situazioni ambientali difficilissime». Intenso anche il lavoro svolto per il servizio autobotti, messo in campo dall'assessorato alle manutenzioni con il prezioso supporto della Protezione Civile. «Abbiamo messo in piedi l'Unità di crisi – spiega il delegato della Pro Civ Valentino Arillo – e il nucleo provinciale ci ha supportato con mezzi e uomini provenienti da Comuni vicini e anche lontani, come nel caso di Albano». Effettuati circa 250 rifornimenti al giorno con picchi massimi di 11 autobotti in servizio.

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