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di LIDIA LOMBARDI Marco Aurelio a cavallo pare stendere la mano benedicente sul «tabernacolo» che accoglie il tesoro.

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Cheè un Leonardo da Vinci doc, il celeberrimo «Musico». Siamo nell'esedra ottagona dei Musei Capitolini e da oggi tra le statue dell'antica Roma troviamo il piccolo dipinto d'infinito valore. Mostra di un solo pezzo, ma che pezzo. «Il musico» è l'unico ritratto maschile conservato del più eclettico genio del Rinascimento. Ed esce, per la prima volta in 500 anni, dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Un prestito che testimonia di un cambio di mentalità nell'organizzazione di mostre. Non contrapposizione tra città ma collaborazione, ottimizzando risorse e risultati. Insomma i lumbard ci spediscono il capolavoro consapevoli che Roma potrà fare da volano alle loro raccolte e che dalla Capitale ricambieranno il favore. L'operazione porta anche la firma di Metamorfosi, l'associazione culturale che ha portato sul colle capitolino i Lottatori di Michelangelo. E che è presieduta da Pietro Folena, reduce appunto da una metamorfosi radicale: parlamentare comunista, non ha aderito al Pd e ha sostanzialmente lasciato la politica. Ora è «mecenate» anche nell'aspetto, capelli riccioluti e lunghi, come un angelo rinascimentale. Che cosa ci dice Il Musico della Ambrosiana? «Che il suo autore è insofferente ai canoni della ritrattistica del tempo - spiega Pietro Marani, curatore della mostra - che assorbe l'influenza dei fiamminghi e di Antonello da Messina, che stabilisce il primato dell'arte sulla musica». Il personaggio (dovrebbe essere l'amico di Leonardo Atalante Migliorotti, musicista, invece di Ludovico il Moro) non è ritratto di profilo, araldico e immobile, ma mostrato di tre quarti. Sta fermo, eppure lo sguardo, diretto fuori del quadro, esprime un intrigante «moto mentale». Nella mano destra un cartiglio piegato dà profondità all'opera. Un'invenzione che rafforza l'autenticità del quadro. Sarà boom di visitatori, sperano ai Capitolini. Intanto Albino Ruberti, al vertice di Zétema, quantifica che i paganti nei musei del Comune sono aumentati del 38 %. Prosit.

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