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«Ora ci aspetta un lavoro immane: rimboccarci le maniche con umiltà e unità per proporre un modello di politica inclusiva e riconquistare il Campidoglio».

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Cosasignifica far rinnamorare i romani di Roma? «Oggi i romani percepiscono il futuro come una minaccia per colpa della politica. Dobbiamo proporre un modello di città inclusivo che riporti fiducia nella politica». Che ruolo dovrà tenere l'opposizione in Comune? «L'opposizione non si fa solo in Campidoglio e alla Pisana. Serve un'azione corale di partito, dai circoli ai gruppi consiliari. Dobbiamo dare battaglia a tutti i livelli, a partire dal secondo decreto su Roma Capitale. Serve un'opposizione più forte, finora è mancata un'azione corale». Da dove ripartire? «Partiremo dalla manifestazione dell'11 dicembre, dove il Pd romano si mobiliterà contro Berlusconi e Alemanno. Poi intendo creare dei dipartimenti di settore. Bisogna rimettere al centro i circoli, anche dal punto di vista economico-finanziario. Infine bisogna saper ascoltare con umiltà. Per questo intraprenderò un viaggio d'ascolto con le categorie». Considera finita l'esperienza del modello Roma? «Serve un modello nuovo di città. Quella fase si è esaurita. Un partito deve capire ciò che ha fatto di bene e le cose in cui ha sbagliato. Bisogna interrompere la sindrome da Modello Roma per avviare un modello di sviluppo nuovo». Come risponde alle critiche a Zingaretti e alle polemiche per l'elezione di Patanè alla presidenza? «Le polemiche su Zingaretti sono state strumentali. Non si è mai schierato, non ha mai fatto valere il nostro rapporto. Sono autonomo, testardo e difficile e c'ho sempre messo la faccia. Sono stato eletto perché è stato dato un giudizio positivo del lavoro da me svolto in questi mesi. Il Congresso va difeso: hanno votato 12.800 persone. Ho visto tanti giovani e volto nuovi, poco noti». E a chi teme una deriva a sinistra del Pd cosa risponde? «Che Eugenio Patanè è stato eletto presidente e non mi sembra sia comunista, bensì è un ex Margherita. Gli ex Dl sanno essere litigiosi quanto noi ex Ds». Si riferisce alle posizioni di Milana e D'Ubaldo? «Tanti popolari sono in maggioranza, altri no. Comunque apprezzo molto D'Ubaldo: proponendo la Leoncini alla presidenza ci ha messo la faccia, è uscito allo scoperto, ha manifestato il proprio dissenso. Ed è stato premiato come dimostra il 10,5% di Corsetti. È questo l'atteggiamento giusto, così si sta in un partito: se non si è d'accordo lo si dice. Tutti sono rappresentati negli organi direttivi e di controllo. Ci aspettano mesi di lavoro e fatica: rimboccandoci tutti le maniche il partito ritroverà unità. Riconquistare il Campidoglio è un obbligo morale: Alemanno sta fallendo, la città è ferma». È già campagna elettorale con Zingaretti candidato sindaco? «È presto per parlarne. Comunque chiunque sarà il candidato dovrà essere legittimato dalle primarie». Dan. Dim.

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