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di TIBERIA DE MATTEIS Sgargiante, coloratissimo, festoso e corale «Le allegre comari di Windsor», prima prova shakespeariana di un attore del calibro di Leo Gullotta, reduce da due straordinarie e durature tournée pirandelliane, insiste decisamente

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«Intrighi,scherzi e maramaldate, sfilano così secondo il divertito gusto shakespeariano» ha spiegato il regista Fabio Grossi. «Protagonista della vicenda è Sir John, con le sue esuberanti smargiassate da guascone, la sua sovrabbondante figura, la sua pletorica simpatia cialtrona, il suo amore per la crapula e il bicchiere e la sua irresistibile, endemica disonestà viziosa e bonaria. Con gli occhi di oggi, lo considereremmo un diverso, sia per verbo che per figura, un avverso al presupposto bigotto di una società borghese. Ma la tessitura della commedia stessa, va oltre l'apparenza e, per andar al di là del detto che "l'apparenza inganna", proprio d'inganni e scherzi, per lo più perfidi, questa è avviluppata. Vi si racconta di una società, che vive sotto l'occhio della Corte, dove il dileggio l'uno dell'altro dei componenti della comunità, fa da quotidiano passatempo: la protervia della condizione di nascita e dello svolgersi dei fatti della vita d'ognuno la farà da presupposto dominante. Tanto pronti ad impugnar le spade, a difesa di supposti e ridicoli onori, quanto a deporle per sostituirli con boccali di vin di Spagna, al fin inconscio di proporsi come innocue prede di chi del borseggio fa scopo di vita. Un ventaglio di più svariata umanità la farà da protagonista della vicenda: il bonario benestante, il meschino geloso, lo scaltro pedante, il servo scimunito, il pavido baciapile, l'ampolloso bottegaio, l'antipatico saccente. Ma su tutti trionferanno le donne, le qua raccontate Comari, che con furbizia e lungimirante intelligenza, collocheranno in maniera indolore per la comunità, la parola fine alla vicenda. Quindi, amori e amanti, guasconi maldestri e burocrati vacui, mariti gelosi e golosi mercanti, mercenari allettanti ed infingardi, ci racconteranno la storia che, come nelle migliori tradizioni teatrali, verrà in alcune parti rafforzata dalla partitura musicale, sottolineando di volta in volta momenti o comici, o grotteschi, o romantici». Il ricco e grandioso allestimento coinvolge Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer, Mirella Mazzeranghi, Fabio Pasquini, Rita Abela, Fabrizio Amicucci, Valentina Gristina, Cristina Capodicasa, Gerardo Fiorenzano, Gennaro Iaccarino, Federico Mancini, Giampiero Mannoni, Sante Paolacci, Sergio Petrella, Vincenzo Versari con scene e costumi di Luigi Perego, musiche di Germano Mazzocchetti, coreografie di Monica Codena, luci di Valerio Tiberi. Il clima è leggero e spensierato come si addice a un contesto sociale che stempera i suoi mali in un catartico gioco liberatorio che non espelle, non punisce e non vendica, ma colpisce con le armi dell'umorismo e del rovesciamento come da secoli fa il teatro.

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