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In Bosnia il tesoro dell'Eur

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Una delle Ferari sequestrate al clan di slavi dai carabinieri dell'Eur

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Trafficavano cinque chili di cocaina a settimana. Rubavano auto di lusso e riciclavano i soldi sporchi in Italia e all'estero. E i proventi dell'attività illecita alla fine venivano nascosti in Bosnia. Un tesoro che è stato scoperto dai carabinieri che hanno chiesto e ottenuto il sequestro preventivo di tre cassette di sicurezza che si trovano in Bosnia Erzegovina, nella città di Tuzla, presso la banca Nlb. Nelle mani degli investigatori sono così finiti 653 mila euro, 24 mila dollari americani e 8 mila yen, tutti in contanti. E non solo. Centinaia di monete e prezioni in oro per un peso complessivo di tre chili. Un tesoro che farebbe riferimento proprio al clan di bosniaci Hrustic che da anni porterebbe avanti traffici di droga all'interno di autovetture con il doppiofondo. Cocaina che arrivava soprattutto dalla Spagna per rifornire il mercato romano. La banda di stranieri, secondo quanto accertato dai carabinieri della Compagnia Eur, riuscivano anche a procurarsi, attraverso documenti falsi, la cittadinanza italiana a percone che provenivano dalla ex Jugoslavia. Una volta ottenuta, i componenti dell'organizzazione avevano la possibilità di circolare liberamente sul territorio nazionale ed europeo, riuscendo a gestire con rischi minori i traffici illeciti. Ai fini sempre dell'ottenimento della cittadinanza, obbligavano cittadini italiani, che denunciavano il falso davanti all'ufficiale di Stato civile, a riconoscere la paternità dei figli slavi di componenti della banda e persone a loro vicine in modo da far così risultare il bambino cittadino italiano e permettere alla madre di richiedere il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare. Il sequestro in Bosnia è stato possibile anche grazie alla collaborazione con l'Interpol, che ha permesso ai carabinieri di individuare le cassette di sicurezza. La scoperta del tesoro sarà adesso usata anche durante il processo già in corso contro i 26 stranieri arrestati nel luglio scorso, sempre da parte dei militari dell'Eur. Due giorni fa, invece, è finito in manette l'ultimo latitante della banda: era nascosto in un'abitazione nel complesso «Le Salzare», ad Ardea.

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