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Gra e lavori al polistirolo Gli indagati sono dieci

Il cantiere del Gra: dieci indagati per l'utilizzo del polistirolo durante i lavori

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Dieci indagati. Tra loro c'è il presidente dell'Anas. L'accusa è disastro colposo. È questa la fotografia dell'inchiesta sui lavori sul Raccordo, all'altezza della Cassia, che ha portato la Procura a iscrivere sul registro degli indagati i nomi e i cognomi dei presunti responsabili dei danni provocati alle case di via Volusia. A finire nel mirino degli inquirenti, che dallo scorso giugno hanno posto sotto sequestro tre cantieri, anche i responsabili delle ditte che stanno svolgendo le grandi opere sul Gra. Una scelta, quella della magistratura, presa in seguito alla consulenza tecnica richiesta dal pubblico ministero Maria Bice Barborini, secondo la quale i palazzi che si trovano a pochi metri dal Raccordo potrebbero crollare a causa dei lavori per gli svincoli per la Cassia e per la costruzione della galleria. Ad aggravare la situazione e a convincere gli inquirenti a mettere i sigilli ai cantieri, il fatto che per costruire la galleria sia stato usato del polistirolo. Materiale che, secondo gli esperti della procura, non doveva essere utilizzato per questi lavori. Ed ecco, quindi, la decisione del pm di iscrivere sul «modello 21» il nome del presidente dell'Anas e di chi, nel corso dei lavori, ha firmato e autorizzato i lavori sulla Cassia. E proprio la consulenza dei due tecnici della procura ha portato il pm ha ipotizzare il reato di disastro colposo: inizialmente il magistrato, nel fascicolo processuale, aveva invece ipotizzato quello di rovina di edifici o di altre costruzioni. Ma, alla luce dei risultati tecnici, l'accusa è cambiata. Quali sono le conclusioni dei esperti della procura? La variante ai lavori, chiesta dalla società di Bolzano nel marzo del 2009 e approvata dall'Anas nel dicembre dello stesso anno con la delibera numero 226, non doveva essere effettuata. E tantomeno, si doveva utilizzare per i lavori della galleria e della rampa il polistirolo. Sì perché, secondo la consulenza, «si è dimostrata tragicamente peggiorativa la variante progettuale adottata, per la parte in cui sostituisce l'originaria soluzione di galleria artificiale a doppia camera con quella a singola camera sovrastante da metri e metri di riempimento di alleggerimento in polistirolo». Insomma, per la procura, i lavori eseguiti «dall'Anas presso il lotto 3, dal chilometro 11,250 al 12,650, e presso il lotto 4, dal chilometro 12,650 al 13,900», sono «la causa del dissesto del versante sovrastante la rampa di accesso dalla via Cassia e il cantiere, nonché dei danni rilevanti alle abitazioni prospicienti il Gra e al territorio circostante». Questi lavori, dunque, avrebbero originato l'abbassamento verticale del piano di posa degli edifici «che a loro volta hanno causato le lesioni nelle strutture dei fabbricati». A finire sotto sequestro sono stati tre cantieri. Il primo riguarda l'adeguamento di tre corsie per ogni senso di marcia del Grande Raccordo Anulare nel quadrante nord ovest con l'abbattimento del viadotto Volusia in prossimità dello svincolo della Cassia. Il secondo, invece, l'adeguamento nello stesso punto nel tratto dello svincolo della Cassia con realizzazione del nuovo svincolo di immissione dalla Cassia al Gra in direzione della Cassia Veientana. E il terzo si riferisce al completamento dello svincolo della Cassia. Tutti lavori che per la magistratura rischiano di danneggiare le abitazioni che si trovano all'altezza dei civici 51, 81 e 83 della strada vicino ai cantieri. «Secondo i tecnici che abbiamo dovuto consultare, il dissesto idrogeologico sta facendo scendere la collina verso il Raccordo: le nostre case potrebbero crollare sul Gra stesso», spiega preoccupato uno degli abitanti di via Volusia, che da mesi è stato evacuato e che sta pagando l'affitto per vivere in un'altra abitazione.

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