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di LORENZO TOZZI Era attesissimo.

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Attesaanche la conferenza stampa di presentazione con tutti i protagonisti in vetrina a valorizzare il gioiello che tra poco sarà protagonista della scena. Il più atteso era naturalmente Muti che ha dato un'impronta rimarchevole alla stagione 2011 determinandone le scelte artistiche, pur senza assumersi l'incarico, come da tanti auspicato, di direttore musicale . «Continuo il percorso con questo Teatro - ha detto il maestro Muti, apparso in gran forma fisica e di spirito - dopo Otello ed Ifigenia con un'opera rossiniana mai rappresentata in questa forma a Roma. Bisogna contare su cantanti di prim'ordine, un'orchestra valida, una regia importante e maestranze capaci per dimostrare l'efficienza del Teatro, la cui qualità è stata spesso misconosciuta in passato. Sono contro la classificazione a priori delle eccellenze come se fossero piovute dal cielo. L'eccellenza ognuno di noi la deve raggiungere per ragioni di ordine etico. Chi sovrintende alla vita del Paese deve essere aperto alle istituzioni che mirano alla eccellenza. Non sono per Teatri di serie A, B e C. All'estero esistono teatri nelle capitali come il Covent Garden o l'Opéra di Parigi. La storia italiana è diversa. Non esiste un teatro che è simbolo della nostra storia: Venezia, Napoli, Roma, Palermo, Genova sono Teatri storici per cui hanno scritto grandi maestri». Ed il suo discorso sui apre inevitabilmente anche alla politica culturale: «Sono per aprire altri teatri - continua nella foga Muti - altre orchestre per dare posti di lavoro ai giovani. Dobbiamo ridare all'Italia il posto che le compete. Il Sud è punito dal fatto che non ci sono le risorse del Nord. Ma non è solo un problema di posti di lavoro: più si produce cultura e più migliora la società. Certo, se uno è precario, è difficile che si preoccupi della qualità. Meglio allora fare il barbone a Monmartre». Presente alla presentazione inaugurale anche il sindaco Alemanno: «La settimana prossima saremo con il Consiglio di Amministrazione e i sindacati per rilanciare il Teatro, che ha già registrato al botteghino un aumento del 32%. Dobbiamo riguadagnargli lo spazio e il prestigio che gli compete. Il Teatro sarà all'altezza del suo pubblico e della città».

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