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Introducono una tassa e il secondo Gra è sbagliato

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Occorronoinvestimenti urgenti di messa in sicurezza ma il governo, introducendo i pedaggi, chiede ai romani e ai cittadini del Lazio solo una nuova tassa. Intanto, giorni fa, l'Unione industriali ha riproposto il «secondo Gra» con argomentazioni comprensibili. Non si capisce però perché la Regione Lazio abbia immediatamente dato il suo consenso. La proposta ha un giusto «movente» ma è sbagliata e impraticabile. Un nuovo Gra intorno a Roma, come è facile capire, dovrebbe essere tracciato su un territorio ormai largamente antropizzato costituito da Comuni in continua espansione e da abitati puntiformi in tendenziale saldatura - purtroppo solo edilizia - con Roma. Attraversare questi territori è ormai impossibile senza affrontare conflitti territoriali durissimi per non parlare della campagna di espropri su migliaia di proprietà grandi e piccole che allontanerebbero la realizzazione dell'opera facendo disperdere soldi per inutili progettazioni continuamente rimaneggiate e trasformando l'impresa in una «Beresina» napoleonica. Un secondo Gra sicuro ed efficiente esiste già potenzialmente e viaggia sul quadrilatero della Orte-Civitavecchia e della Roma-Latina, i cui fondi il Cipe ha finalmente sbloccato. Si tratta di «corridoi» naturali e perfettamente adeguati a rafforzare l'armatura regionale per una mobilità stradale di alta capacità. C'è un primo lotto in costruzione della «Orte» fino all'Aurelia bis, ci sono in bilancio altri 100 milioni e ne restano da reperire altri 180 per chiudere l'opera, perché non si convince l'Anas a partire stralciando un secondo lotto? E poi perché non si accelera la realizzazione della Roma-Latina che chiuderebbe il «cerchio» fino a Valmontone? Infine. È sbagliato puntare tutto sulla gomma. Occorre agire in una visione metropolitana ed intermodale. C'è un ampio parco di progetti e di opere ereditati dalle Giunte Marrazzo e Veltroni che, d'intesa con FF.SS e la Provincia di Roma, attende di essere rilanciato sugli oltre 1000 km di rete ferroviaria del Lazio. Dato che il tempo è sempre poco come i soldi disponibili si parta presto per realizzare cose «fattibili». Insomma. Occorrerebbe occuparsi dell'attuale Gra per renderlo sicuro ed avere al contempo un programma serio, credibile e «intermodale» per decongestionarlo. Il Comune di Roma e la Regione Lazio dovrebbero muoversi cosi garantendo la sicurezza e gli interessi immediati e futuri del Lazio anche nei confronti del Governo. * Deputato Pd e membro della commissione Ambiente e Territorio

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