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Rimpasto di giunta Tormentone 4 stagioni

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno

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In principio occorreva aspettare la Pasqua, poi la pausa estiva, diventata autunnale fin quando, anche le voci di fine ottobre sono state smentite, nell'attesa della riforma del Codice delle autonomie che, considerando anche il quadro nazionale, non arriverà. Così il rimpasto della giunta Alemanno è diventato il tormentone politico buono per tutte le stagioni. Poco originale, certamente, basti pensare che anche sulla giunta regionale appena insediata si iniziavano a spargere voci su un possibile rimpasto. Il problema però in Campidoglio c'è. E si inizia a vedere. L'intenzione di Alemanno di allargare la giunta a La Destra e all'Udc è stata infatti ufficializzata più volte dal sindaco stesso, alla stampa, in Aula Giulio Cesare e, da ultimo, sabato scorso dal palco della convention del partito di Storace. Ma nulla ancora si è mosso. «Capisco le difficoltà di Alemanno e gli imbarazzi - dice Storace - quello che non capisco però è perché prendere impegni pubblici se poi non si rispettano. Il nostro ingresso in giunta non è obbligatorio così come non è obbligatorio prendere in giro una forza politica». La Destra, insomma, non ci sta. Del resto, non solo già governa in Regione con la Polverini ma anche su Roma potrebbe dare quella svolta voluta e richiesta dallo stesso Alemanno. Svolta che, con il trascorrere del tempo, potrebbe rivelarsi un boomerang. Avere infatti un partito "alleato" in Campidoglio potrebbe rivelarsi decisivo anche in Regione su temi complessi e strategici come ad esempio il Piano Casa e i poteri per Roma Capitale. «Noi non siamo l'Udc, non abbiamo bisogno di lunghe trattative, ci basta la parola - continua il leader de La Destra - vorrei soltanto che la politica seguisse il criterio della serietà. Qui non si fanno neanche più le riunioni di maggioranza. Capisco le difficoltà ma qui si parla con Ronchi, Salatto, Croppi». Sembra poi essere venuta meno anche la pregiudiziale su Dario Rossin, capogruppo de La Destra ed ex capogruppo Pdl. Alcuni malumori in maggioranza avrebbero frenato il sindaco proprio sul nome di Rossin che, invece, Alemanno voleva in giunta già all'indomani delle elezioni, essendo il consigliere più votato dopo Piccolo. «E che c'entra poi? - commenta Storace - anche io sono un ex An».

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