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La trasparenza si trasforma in gossip

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.Nonostante le promesse, infatti, i dati sui redditi dei consiglieri capitolini sono sempre gli stessi. Vale a dire, i dati del 2009 sono stati forniti solo da 21 consiglieri su 60. E, nonostante le rassicurazioni restano completamente vuote le caselle dei tre anni di riferimento di quattro consiglieri: il capogruppo Pdl, Luca Gramazio, i consiglieri Pdl La Fortuna e Todini e il consigliere del Pd, Daniele Ozzimo. Poi sono rimasti gli scaltri, quelli che hanno fornito solo il reddito del 2007, vale a dire quando ancora gli interessati non sedevano sugli scranni capitolini: è il caso di Andrea Alzetta, consigliere di Roma Action e i suoi 8.050 euro dichiarati o Patrizio Bianconi Pdl con 14.629 euro. Nell'attesa di un'anagrafe completa, sono i consiglieri «paperoni» a dover affrontare qualche grattacapo. È il caso di Maria Gemma Azuni di Sinistra Ecologia e Libertà. Il suo reddito di 124 mila euro lordi ha infastidito qualche compagno. E, rumors di corridoio, sembrerebbe che anche il generale Torre, a quota 107 mila abbia suscitato qualche mal di pancia. Curioso però. Si tratta infatti di redditi derivanti dalla pensione di dirigente statale con 40 anni di servizio (e promossa tramite concorso, precisa Azuni) e di un generale delle Forze Armate. In altre parole, non ci sono entrate extra. Ma non basta. E così la «gogna» politica inizia ad aggirarsi sui consiglieri «paperoni», nei quali ci è finito a pieno titolo anche il professore Ferdinando Aiuti che, ricordiamo, è primo in classifica con 236 mila euro. Ma l'anagrafe degli eletti serve a questo? Nata come strumento di trasparenza nei confronti dei cittadini, rischia di diventare al contrario un mero strumento di lotta politica ad esclusivo utilizzo di politicanti e curiosi. Forse è il caso di chiedersi se la politica sia matura abbastanza per l'anagrafe degli eletti. Ad oggi il bilancio è decisamente negativo.

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