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«Burtone resta in cella Colpì con violenza»

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Ilragazzo accusato di aver ucciso con un pugno l'infermiera romena alla stazione Anagnina lo scorso 8 ottobre, non potrà uscire dalla cella d'isolamento. Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame che ha respinto la richiesta dei domiciliari presentata dalla difesa del ragazzo, rappresentata dall'avvocato Fabrizio Gallo. In sei pagine i giudici spiegano il motivo che li ha portati a lasciare in galera Burtone. «Poco importa, in questa sede, sapere in base agli accertamenti medico-legali, se il colpo sia stato inferto a mano aperta o pugno chiuso, perché è stato portato al volto della vittima con notevole violenza in considerazione della rovinosa caduta a terra della persona offesa», si legge nel documento. E ancora. Burtone, dopo aver sferrato il pugno fatale si è allontanato dal punto in cui era ormai Maricica Hahaianu «incurante di quanto aveva causato». Il giovane, poi, secondo il Tribunale, «provò a evitare di esser fermato» dal sottufficiale della Capitaneria di porto, il quale, comunque - ricordano i giudici - ha chiarito, «a onor del vero» che Burtone gli diede i propri documenti quando glieli chiese e non oppose resistenza. «Il contenuto delle motivazioni con cui il Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione di Burtone è chiaro e lapidario: siamo in presenza di un soggetto pericoloso per il quale l'unica misura idonea è il carcere», ha detto l'avvocato Alessandro Di Giovanni, che rappresenta la famiglia di Maricica. Intanto il difensore di Burtone ha annunciato che presenterà ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame. Anche il sindaco Gianni Alemanno si è espresso sulla scelta del Riesame di lasciare il giovane in cella. «Ha fatto bene», il commento del primo cittadino. Au.Par.

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