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Serrande d'artista

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Serrande dipinte a Roma: pubblicità gratis e strade più colorate (foto Gmt)

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Le opere d'arte arrivano in strada, direttamente sulle serrande dei negozi. Ma si vedono solo quando sono chiusi. Una tendenza che sta prendendo sempre più piede in città. Sulla Tiburtina, in zona piazza Bologna, a piazzale delle Province, su viale Trastevere e su viale Marconi. È un modo per restare sempre aperti. Ma a volte anche un trucco per risparmiare sulle insegne. Le strade acquistano colore. In certi casi sembra di sfogliare un giornale a fumetti. I pennelli degli artisti fanno miracoli. Motociclette rombanti sembrano uscire dalle saracinesche delle officine, immagini di studenti con i libri sotto il braccio spuntano dai negozi che stampano tesi di laurea, personaggi accattivanti invogliano ad entrare a bere una birra in un pub. Ma non ci sono solo disegni. Spesso si cercano suggestive forme geometriche per riprodurre i loghi dei negozi. Dipingere la propria serranda è diventata un'opera dell'ingegno. Ci sono veri e propri designer che fanno questo mestiere per hobby o per professione. Il costo può variare da 100 a 300 euro, dipende dalla superficie e dal numero di serrande che si vogliono dipingere. I vandali, in genere, pare nutrano una certa forma di rispetto per queste «pinacoteche» all'aria aperta. Se proprio devono imbrattare con lo spray le saracinesche, preferiscono scegliere quelle tradizionali. A volte, però, chi decide di dipingere la serranda lo fa anche per un altro motivo. Risparmiare sul costo dell'insegna ed evitare così il pagamento del canone sulla pubblicità. Si tratta di capire quando il disegno diventa pubblicità o mero abbellimento del negozio. Solo nel primo caso, infatti, comporta il pagamento di una tariffa. Il regolamento in materia è quello contenuto nella delibera comunale 100 del 2006 che ha innovato la precedente delibera 260 del 1997. La pubblicità su serranda, in questo caso, non è una fattispecie contemplata dalla normativa: non figura né nella tipologia dei mezzi pubblicitari ammessi, né in quelli vietati. Non è un caso, ma la conferma che si tratta di una forma di pubblicità del tutto nuova. Il caso più simile - spiegano dal I Municipio - è quello delle vetrine, che comportamento il versamento di un canone e, a seconda della dimensione, di una autorizzazione. L'assessore alle Attività produttive, Davide Bordoni, spiega che «il regolamento da seguire è il n°100 del 2006 e il negoziante che intende fare pubblicità al proprio negozio deve far riferimento al Municipio competente». Per l'esattezza allo Sportello unico attività produttive. A prescindere dall'autorizzazione, comunque, il regolamento è chiaro: «Le iniziative pubblicitarie, diverse da quelle assoggettate al diritto sulle pubbliche affissioni, sono soggette al canone sulla pubblicità». Insomma, il discrimine è netto. Se il disegno sulla serranda serve solo a rendere più attraente il negozio allora è paragonabile ad una semplice verniciatura, quindi non comporta il pagamento di un'imposta. Se invece si tratta di pubblicità (slogan, orari, servizi offerti) allora l'attività commerciale è soggetta al versamento di un canone.      

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