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Altre cinque condanne per il Laziogate

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Altrecinque condanne per il cosiddetto «Laziogate», nome con il quale venne battezzata l'inchiesta su una serie di indagini illegali ai danni anche di Piero Marrazzo e Alessandra Mussolini nell'imminenza della loro candidatura alle elezioni regionali del 2006. A quattro anni, un mese e dieci giorni è stato condannato l'investigatore privato Pierpaolo Pasqua, a tre anni Nicolò Accame e altri due imputati, Francesco Liguori e Marco Amati, mentre undici mesi, con la sospensione condizionale della pena, è la pena comminata a Stefania Trevisan. Questo troncone del processo è stato celebrato a Milano perché si è ritenuto che nel capoluogo lombardo operasse l'associazione per delinquere di cui facevano parte gli imputati. Parte del fascicolo, invece, era stato trasmesso a Roma e, il 5 maggio scorso, era stato condannato l'ex ministro e governatore del Lazio Francesco Storace. Storace, processato con altre sette persone, si era «beccato» un anno e sei mesi di reclusione. Oltre a lui, erano stati condannati a due anni Accame, ad un anno Mirko Maceri, l'ex direttore tecnico della società Laziomatica, Nicola Santoro e Romolo Reboa e Pierpaolo Pasqua. Ad otto mesi di reclusione erano stati, inoltre, condannati l'ex vicepresidente del consiglio comunale Vincenzo Piso, (per il quale il pm aveva chiesto l'assoluzione) e Tiziana Perreca. Assolto invece Daniele Caliciotti per il quale il pubblico ministero aveva chiesto una condanna ad un anno. La pena era stata sospesa per tutti e il presidente aveva concesso le attenuanti generiche. Per la stessa vicenda, nel marzo del 2007, patteggiarono la pena davanti al gup del Tribunale di Roma, il collaboratore dell'ex presidente della Regione Dario Pettinelli (tre mesi di reclusione poi convertita in sanzione pecuniaria) e l'investigatore privato Gaspare Gallo (dieci mesi). Fabio Sabbatani Schiuma, predecessore di Piso alla vicepresidenza del consiglio comunale, fu invece prosciolto dalle accuse in sede di udienza preliminare. Ma. Ga.

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