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«Al Grassi la notte è un incubo»

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Dinotte all'ospedale Grassi di Ostia c'è da aver paura. Tre episodi di violenza solo nell'ultimo mese, di cui uno in pieno giorno, tra i corridoi dell'unico ospedale del litorale romano, dove l'assalto degli oltre 400mila utenti è quotidiano e si concentra spesso, tutto, al pronto soccorso, principale teatro di rese di conti e risse. Un piccolo atrio e poche sale per un reparto emergenza, dove tra i medici e i pazienti da un lato, e criminali con proiettili in corpo o drogati con coltelli in mano dall'altro, la sera c'è solo un vigilante privato a mettersi in mezzo. Gli altri due colleghi di turno si dividono tra il gabbiotto all'entrata e la sala operativa da cui si monitorano le decine di telecamere, posizionate in tutta l'enorme struttura sanitaria. Di giorno la situazione è più rassicurante. Cinque guardie giurate la mattina, quattro il pomeriggio. Col calare delle tenebre però le tre divise in giro sono sole solette, perché il presidio della Polizia di Stato chiude i battenti alle ore 20. Più che un presidio in realtà, un piccolo ufficio situato al piano terra accanto all'entrata del pronto soccorso. Utile di giorno, ma è di notte che a Ostia si scatena l'inferno. «Ad agosto un matto cercò di strappare la pistola alla mia collega – ci racconta il vigilante appostato nell'atrio del pronto soccorso – Ma qui ogni notte è da follia: arrivano ferite d'arma da fuoco o accoltellamenti di continuo e non si tratta di pazienti controllabili. E la sera ci siamo solo noi». La cronaca parla da sola: il 6 ottobre la resa dei conti tra due pregiudicati terminò con il primo che, armato, in mezzo al corridoio pieno di gente, cercò di sparare al secondo; l'11 ottobre un ladro cercò di rubare l'auto dei vigilantes; il 27 maxirissa tra famiglie rivali finì con sedie e stampelle lanciate addosso a infermieri e carabinieri. «Dovrebbe essere un posto tranquillo soprattutto perché ci sono persone malate - dice la signora Marcella, 66enne al Grassi per una visita - E invece ogni tanto sento parlare di questi episodi allarmanti». Ad essere preoccupati sono anche gli operatori sanitari, medici e infermieri già alle prese con la scarsità di personale, che devono vedersela con ubriachi e violenti. «Stiamo tenendo dei corsi su come gestire i pazienti più difficili - spiega il Direttore Sanitario dell'ospedale Grassi di Ostia, Lindo Zarelli – e credo sia un'esperienza unica nel Lazio. Le telecamere inoltre, operative 24 ore su 24, sono un deterrente utile e le registrazioni si mantengono per venti giorni in caso di necessità. Oltre a mettere a disposizione una palestra dove allenarsi, il personale segue dei corsi di formazione, condotti da una psicologa, che li aiuta ad adottare l'atteggiamento migliore di fronte a comportamenti aggressivi, dalla postura corporale al linguaggio. Abbiamo registrato un'adesione notevole». Iniziativa evidentemente più che ben accetta dai medici e dagli infermieri che, vista la carenza di sicurezza, devono aver compreso di doversela cavare da soli. «E' evidente che ci sono troppe poche divise in giro, - ci dice il signor Paolo, residente a Latina - soprattutto se pensiamo a quanto è grande questo ospedale». Tre entrate possibili con cancelli sempre aperti di giorno, un giardino immenso e una recinzione abbattuta in diversi punti, di certo non aiutano a mantenere l'ordine.

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